Alla fine sono state quasi 2 mila le città che, in tutto il mondo, hanno aderito alla campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Commissione europea con la settimana della mobilità sostenibile (16-22 settembre).
trasporti
Sono già trentotto i Paesi del vecchio continente coinvolti nella tredicesima edizione della “Settimana europea della mobilità sostenibile”, in programma dal 16 al 22 settembre. La proposta non è stata accolta, però, solo dagli Stati membri dell’Unione europea: parteciperanno infatti tante altre nazioni, tra le quali Giappone e Brasile. Il primato con il maggior numero di città iscritte spetta all'Austria, patria del green building, seguita a ruota dalla Spagna.
Tram, bike sharing, autobus elettrici, metropolitane, piste ciclabili. La mobilità sostenibile non è più solo una leva per la promozione di stili di vita salutari e di un ambiente sano: oggi può diventare un vero e proprio affare. Un volano per lo sviluppo e la creazione di nuovi posti di lavoro, in un momento in cui la stagnazione economica e una politica di rigore frenano la ripresa nel vecchio continente.
Incoraggiare le persone a diversificare le modalità di spostamento in città, proponendo un cambiamento concreto e misurabile delle abitudini di mobilità. Mics (Mobility Integration for Community Solutions o “mobilità integrata per una comunità che sperimenta”) è un’interessante e innovativa esperienza che ha avuto luogo a San Salvario, quartiere multietnico torinese dove l’integrazione è una priorità.
Quello che può sembrare uno scherzo è in realtà uno dei modi scelti dal Comitato olimpico russo per avvicinare la popolazione ai XXII Giochi olimpici invernali, che andranno in scena a Sochi dal 6 al 23 febbraio: chi esegue una serie di 30 squat (un particolare tipo di piegamento sulle ginocchia) riceve in premio un biglietto da 1 rublo per un viaggio in metropolitana.
Tra tutte le soluzioni di mobilità alternativa più attente alla tutela di ambiente e salute, i cittadini europei preferiscono l’auto condivisa. Anche più dell’acquisto di una macchina elettrica, ancora penalizzata da un mercato in crisi profonda.
Ripensare il paradigma della mobilità per le città del terzo millennio. È con questo ambizioso obiettivo che lunedì 28 ottobre prende il via la prima edizione di Citytech, una due giorni di incontri per indirizzare le scelte e ridefinire i paradigmi su mobilità e trasporti nel nostro Paese. Intorno allo stesso tavolo siedono rappresentanti del mondo delle imprese, dell’associazionismo, decisori, politici, esperti di tecnologie, media e cittadini.
Una particolare tipologia di spostamento, realizzata grazie a una combinazione di mezzi di trasporto diversi. È la cosiddetta “intermodalità”, sempre più sostenuta dalle politiche urbane che mirano a promuovere una mobilità sostenibile ed ecologica per le nostre città.
Meno traffico e smog, più salute e movimento. Un’utopia per un Paese come l’Italia dove, nonostante la crisi, secondo l’Istat circolano ancora più di 600 auto ogni mille abitanti? La soluzione in realtà c’è e si chiama “intermodalità”. Si tratta della possibilità di lasciare a casa il veicolo privato e utilizzare diversi mezzi di trasporto (bici, a piedi, metropolitana, treno, autobus ecc) per effettuare gli spostamenti quotidiani, rendendo così meno caotiche e inquinate le nostre città.
Una vacanza attiva, all’insegna del moto, a contatto con la natura e sposando una mobilità alternativa. È quanto propone la Val di Fiemme in Trentino, che dallo scorso anno ha messo a punto un sistema virtuoso dove tutti gli sforzi (umani, economici e infrastrutturali) sono finalizzati a raggiungere lo stesso traguardo: migliorare lo stile e la qualità della vita di turisti e residenti. Senza dimenticare, ovviamente, l’impatto e il ritorno dell’investimento sull’economia locale: come a dire, coniugare la qualità dei servizi a costi accessibili è possibile.