Chi soffre di mal di testa in maniera cronica e persistente sa quanto sia difficile rendere compatibile questa condizione con qualsiasi altra attività quotidiana. Esercizio fisico compreso. A volte non resta che stendersi a letto al buio, aspettando che l’attacco sparisca. Emicrania e cefalee del resto sono un disturbo molto più frequente e invalidante di quanto si possa immaginare: ne soffrono ben due milioni di italiani.
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È di pochi giorni fa la notizia della lettera aperta inviata al presidente della Federazione automobilistica internazionale, l’ex ferrarista Jean Todt, con cui Mariann Skar - segretario generale della European Alcohol Policy Alliance (Eurocare) - chiede ufficialmente al circus della Formula Uno di rinunciare alle sponsorizzazioni da parte delle aziende che producono bevande alcoliche.
Siamo un popolo di santi, poeti, navigatori e… di pigri. Così pare, stando ai dati dell’indagine “Gli italiani, lo sport e i valori sociali”, promossa da Errepi Comunicazione e studio Ghiretti con il patrocinio di Coni, Regione Lazio, Comune di Roma, Centro sportivo italiano, e in collaborazione con Unindistria e Corriere dello Sport.
Insegnare sport alle persone ricoverate in unità spinale è oggi la (buona) azione(quasi) quotidiana di Patrizia Saccà, campionessa paralimpica di tennistavolo. Ed è il risultato di un percorso difficile, iniziato con un grave trauma invalidante rielaborato grazie a un lavoro, fisico e interiore, che ha ricollocato pian piano il corpo e l’attività motoria al centro della sua vita.
«Bisogna insegnare ai ragazzi il piacere dei giochi in movimento e la necessità di fare sport, anche non agonistico». Con queste parole Laura Coccia, deputata del Partito democratico, spiega il perché della proposta di legge lanciata con lo slogan #crescoattivo sul finire dello scorso anno scolastico.
È stato uno speciale della rivista medica Lancet a lanciare l’allarme e portare l’attenzione su un problema troppo spesso dimenticato. Sono oltre un miliardo, in tutto il mondo, le persone che soffrono di qualche disabilità.
Giovani, fisico scolpito e sorriso smagliate: ecco l’atleta tipo nell’immaginario collettivo. Ma se gli sportivi, a differenza di attori o cantanti, non devono ricorrere a Photoshop per correggere glutei o pancetta, dalla lettura di un paio di articoli scientifici che descrivono la loro fragilità sul versante odontoiatrico sorge il sospetto che potrebbero mascherare una dentatura imperfetta. A mettere la pulce nell’orecchio è stato uno studio realizzato in occasione delle Olimpiadi di Londra del 2012.
Si terrà dal 29 settembre al 5 ottobre la terza edizione della Move Week, la settimana europea dedicata allo sport e all’attività fisica. La campagna è ideata dall’International sport and culture association (Isca), network internazionale di associazioni che rappresentano il mondo del cosiddetto grassroots sport, lo sport di base, sociale e per tutti.
«Se non fossi diventato un cantante, sarei stato un rivoluzionario. Oppure un calciatore. Il calcio significa libertà, creatività. Significa dare libero corso alla propria ispirazione». Al di là delle innegabili doti artistiche e di quelle, meno scontate, del Bob Marley futbolista (esistono versioni più che contrastanti in merito alle sue reali capacità tecniche), le parole del re del reggae ci dicono qualcosa anche sul legame tra attività fisica, sport e musica.
«Le parole sono importanti!», gridava il giovane Nanni Moretti seduto a bordo piscina, nel celebre film Palombella rossa. Era il 1989 e il noto attore e regista vestiva i panni di Michele Apicella, giocatore di pallanuoto professionista che, a seguito di un incidente, si ritrova a fare i conti con la memoria smarrita. Nei suoi film, lo sport ha sempre una valenza speciale. Moretti, infatti, riesce a tramutare l’attività fisica in metafora.