Car sharing, bike sharing e presto anche scooter sharing. Milano avanza senza indugio lungo la rotta della condivisione per migliorare la mobilità urbana. Una città “intelligente”, che sceglie di affidarsi alla tecnologia mobile per permettere ai suoi cittadini di viaggiare preferendo il servizio pubblico.
bike sharing
Con meno auto in circolazione e più mobilità sostenibile, migliora la qualità dell’aria delle nostre città. Crescono le aree verdi, ancora in affanno invece il trasporto pubblico, spesso costretto a fare i conti con i tagli dei tanti Comuni alle prese con problemi di bilancio.
«Per la crescente sensibilità dei suoi cittadini sui temi dell’ambiente, per l’avvio della strategia di sostenibilità “Vision 2025”, per l'implementazione di una serie di misure green nel corso degli ultimi dieci anni e per l’impressionante e funzionale rete di trasporto pubblico locale». È con queste motivazioni che la Commissione europea ha deciso di conferire a Lubiana il titolo di capitale verde d'Europa per il 2016.
La mappa mondiale ne testimonia la crescita tumultuosa: di bike sharing, oggi si contano 636 iniziative in 49 Paesi di tutto il mondo (nel 2000 erano appena 5).
Andare al lavoro in bici fa bene alla salute, all’economia e all’ambiente. Eppure nel nostro Paese sembra che il legislatore voglia mettere il bastone tra le ruote (letteralmente) con vecchia burocrazia e nuovi ostacoli. Uno di questi, che scoraggia o addirittura impedisce a parecchie persone di montare in sella, è il mancato riconoscimento del cosiddetto infortunio in itinere. Vediamo di cosa si tratta.
“Copenhagen, city of cyclist”, recita con fierezza lo spot promozionale della città danese. Da circa un secolo, la bella capitale nordica ha fatto del trasporto in bicicletta il suo punto di forza, divenendo esempio di eccellenza per la mobilità sostenibile in tutta Europa. Ma che cosa accadrebbe, se si potesse applicare questo sistema vincente anche alle altre capitali europee?
Un bike sharing avveniristico per rivoluzionare l’uso delle bici in città. Dopo l’inaugurazione lo scorso anno della prima autostrada riservata in maniera esclusiva alle due ruote, Copenhagen segna un nuovo punto a favore della mobilità sostenibile. E lo fa grazie a un progetto dell’architetto svizzero Rafael Schmidt, che propone di trasformare questo mezzo in un elemento strutturale dei trasporti e dell’arredo della capitale danese. Con un occhio al design e all’urbanistica d’avanguardia.