Quando il progresso entra in casa, la sedentarietà dilaga

Le comodità della vita moderna attraggono chi non le ha ancora raggiunte, ma riservano qualche insidia per la salute. Con conseguenze che presto si faranno sentire anche nei Paesi a basso reddito.
10/06/2014
  • redazione
elettrodomestici e sedentarietà

Il possesso di auto, televisione o computer ci rende sicuramente la vita più semplice, ma favorisce sedentarietà e cattiva alimentazione. Con effetti negativi sulla salute, in misura diversa a seconda del livello economico. Sono questi, in estrema sintesi, i risultati del Prospective Urban Rural Epidemiology (“Pure”) Study recentemente pubblicato sul Canadian Medical Association Journal.

I ricercatori sono partiti dal presupposto che avere a disposizione uno o più tra questi status symbol del progresso possa influenzare in senso sfavorevole il proprio stile di vita. E, a lungo andare, portare a un aumento della diffusione di diabete e obesità. Tra gli oltre 150 mila adulti di 35-70 anni reclutati in 17 diversi Paesi rappresentativi di uno spettro ampio di condizioni socioeconomiche, il possesso di tutti e tre i mezzi varia dal 4% all’83% in funzione del reddito e del luogo di residenza (città o campagna). È inoltre in relazione inversa con i livelli di attività fisica e diretta con il tempo passato seduti, la quantità di calorie introdotte e i parametri antropometrici utilizzati per la diagnosi di sovrappeso e obesità (indice di massa corporea e circonferenza vita).

La tv sul banco degli imputati
Nell’insieme, il rischio di diabete e obesità aumenta del 40% circa quando in casa è presente uno qualsiasi tra auto, televisore o computer. Non è difficile intuire che è la televisione la maggiore responsabile di comportamenti non salutari e delle malattie croniche a essi associate. Al pc, invece, sono imputate meno colpe. Se infine si considera il fattore economico, il rischio aumenta nei Paesi a basso reddito - più che triplo per l’obesità e circa doppio per il diabete - mentre risulta praticamente nullo in quelli più ricchi. «Adottando le abitudini dei Paesi economicamente più sviluppati, presto anche quelli a reddito medio-basso raggiungeranno tassi simili di incidenza e prevalenza di malattie croniche, a causa del dilagare di sedentarietà e cattiva alimentazione. Senza adeguati interventi, dobbiamo quindi attenderci conseguenze devastanti per la salute pubblica», commenta Scott Lear, ricercatore canadese che ha diretto lo studio.

 

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