Sedentarietà: se lavorare alla scrivania non entra nel conto
- redazione
Immagine:
Quanto ci costa la sedentarietà? I ricercatori di uno studio australiano pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine sono andati indietro di qualche passaggio nell’ equazione “sedentarietà = costi per la salute” e hanno scomposto i termini dell’operazione, fino a risalire al contributo di una forma particolare di sedentarietà: lo stare seduti. Senza accontentarsi del conteggio a ritroso, si sono poi impegnati in un calcolo che ha monetizzato il tutto. La conclusione? Nelle donne mature e indipendentemente dal loro peso corporeo, i costi sanitari sembrano risentire soprattutto della quantità di esercizio fisico effettivamente praticato, molto meno di quanto stanno sedute.
Lo studio
I dati sono stati ricavati dal progetto “Australian Longitudinal Study on Women’s Health” che ha coinvolto tre generazioni di donne australiane per valutarne salute e benessere. All’indagine hanno partecipato circa 6 mila donne tra i 50 a 55 anni di età, che hanno risposto in quattro diverse occasioni - a distanza di tre anni l’una dall’altra - a un questionario su abitudini e stili di vita. In particolare, è stato preso in esame il tempo trascorso stando sedute (alla guida di un veicolo, al lavoro, ma anche davanti alla televisione o in casa) e l’intensità del livello di attività fisica svolta. Sia il tempo trascorso da sedute (misurato in ore al giorno) sia l’intensità (stimata in Met) sono stati divisi in categorie e incrociati con i costi sanitari annuali ricavati dalle richieste di rimborso al sistema sanitario nazionale.
Non è un’assoluzione per i sedentari, anzi
Cosa dicono i risultati? I costi sanitari sono minori nelle donne molto attive rispetto a quelle sedentarie, con uno scarto di 61 euro all’anno. Non risultano invece significativamente diversi tra donne che trascorrono stando sedute poco (0-4 ore al giorno) o molto tempo (8 o più ore al giorno). Se l’analisi dei costi viene effettuata combinando intensità di attività fisica e tempi di permanenza in posizione seduta, quest’ultima variabile risulta ininfluente sulle stime economiche. Una conclusione che rasserena in parte le donne che “devono” sedere molte ore alla scrivania, ma poi si sforzano di rimediare almeno con un po’ di movimento nel tempo libero. Non assolve affatto, invece, tutte quelle che si piazzano di fronte alla televisione e per le quali passare tanto tempo sedute rientra in un profilo di sedentarietà tipicamente a rischio.
Aggiungi un commento