L'esercizio fisico intenso fa male ai denti?
- Maria Rosa Valetto
Immagine:
Giovani, fisico scolpito e sorriso smagliate: ecco l’atleta tipo nell’immaginario collettivo. Ma se gli sportivi, a differenza di attori o cantanti, non devono ricorrere a Photoshop per correggere glutei o pancetta, dalla lettura di un paio di articoli scientifici che descrivono la loro fragilità sul versante odontoiatrico sorge il sospetto che potrebbero mascherare una dentatura imperfetta. A mettere la pulce nell’orecchio è stato uno studio realizzato in occasione delle Olimpiadi di Londra del 2012. Pubblicata sul British Journal of Sports Medicine a firma di un gruppo di odontoiatri britannici, svedesi e svizzeri, l’indagine ha verificato l’igiene orale di circa 300 atleti di 25 diverse discipline, provenienti un po’ da tutto il mondo.
Lo scenario è sconfortante, considerata l’anagrafe e, almeno in teoria, la cultura della cura del proprio corpo: nella maggior parte dei casi, infatti, gli specialisti hanno fatto diagnosi di “scarsa salute della bocca” con danno agli elementi dentari, sofferenze alle gengive, carie ed erosione dello smalto. Inoltre è emerso come più della metà degli atleti non si sia seduto sulla poltrona del dentista nell’ultimo anno. Uno su quattro riconosce il problema e uno su tre ne subisce un impatto negativo sulla qualità della vita. Dato che non è stato riscontrata alcuna associazione tra gravità del quadro clinico e provenienza degli atleti, è ragionevole escludere che i problemi siano riconducibili al difficile accesso alle cure in alcuni Paesi svantaggiati. Si tratta quindi di un problema generalizzato.
La saliva sul banco degli imputati
Ma mentre l’indagine olimpica non è andata oltre la semplice descrizione, gli odontoiatri dell’Università di Heidelberg hanno cercato una spiegazione, che propongono in uno studio uscito sullo Scandinavian Journal of Medicine & Science in Sports. Un gruppo di atleti è stato sottoposto a una visita odontoiatrica completa e ha risposto a un questionario sull’igiene orale e sulle abitudini alimentari, per esplorare in modo particolare l’eventuale assunzione durante l’esercizio fisico di sport & energy drink o di altre bevande. Sono poi stati effettuati prelievi di saliva, sia in condizioni di riposo sia durante una corsa su pista, a intensità crescente, della durata di circa 35 minuti. I risultati confermano che i denti degli atleti rischiano una precoce erosione dello smalto ed evidenziano una frequenza di carie che aumenta parallelamente ai tempi di allenamento. Di più: l’ipotesi più semplice, ossia gli effetti negativi di bevande zuccherate e barrette ricche di carboidrati, è stata scartata.
Una spiegazione alternativa viene fornita dall’analisi dei campioni di saliva, sempre più ridotti in quantità e sempre più elevati quanto a pH con il crescere dei carichi di esercizio. «Sappiamo che una saliva tendenzialmente alcalina favorisce il deposito di tartaro e altri problemi odontoiatrici, ma non sospettavamo che durante uno sforzo fisico intenso potessero avvenire cambiamenti così rilevanti nella bocca di un atleta», spiega Cornelia Frese, prima firmataria dello studio. «Diventa a questo punto importante dare qualche consiglio per limitare i danni, tenendo comunque presente che il piccolo gruppo di atleti di cui ci siamo occupati rappresenta una situazione estrema, di grande impegno sportivo, e che il collegamento con le ore di allenamento non è forte a sufficienza da implicare un nesso diretto di causa ed effetto». L’azione protettiva della saliva può essere certamente favorita da una buona e continua idratazione. E garantire l’igiene orale con l’uso regolare di spazzolino e filo interdentale rimane sempre la regola numero uno. Accompagnata, magari, anche da qualche controllo in più dal proprio dentista.
Aggiungi un commento