Pilates: alla ricerca di equilibrio e armonia, non soltanto in palestra

Non è una delle tante mode legate all’attività fisica, ma un metodo con una solida tradizione alle spalle: andiamo alla scoperta del Pilates, con la guida di un’esperta professionista.
08/01/2014
  • Maria Rosa Valetto
Joseph Pilates

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Joseph Pilates (1883-1967)

Cos’è il Pilates? Per rispondere a questa domanda, è meglio fare un passo indietro e chiedersi piuttosto: chi era Pilates? Joseph Pilates è nato nel 1883 a Mönchengladbach, vicino a Dusseldorf, da madre tedesca (naturopata) e padre greco (ginnasta). Senza dubbio le origini familiari e culturali possono aver influenzato la sua profonda convinzione di uno stretto legame tra mente e corpo. Dopo essersi trasferito negli Stati Uniti e essersi portato dietro un’esperienza decennale da prigioniero di guerra, elaborò un metodo di allenamento mirato ad approfondire la conoscenza del proprio fisico, perfezionandone la postura, la tonicità e la flessibilità. Il suo obiettivo era migliorare lo stile di vita raggiungendo un corretto equilibrio con se stessi attraverso l’esercizio fisico eseguito in modo mirato e consapevole.

Ascoltare il proprio corpo
Il valore aggiunto rispetto a un esercizio di ginnastica “qualsiasi” è proprio l’opportunità di acquisire la coscienza del corpo, ascoltarlo mentre lo si mette in movimento. Oltretutto questa consapevolezza non si esaurisce soltanto durante l’esercizio in palestra, ma diventa un patrimonio personale da portare con sé nella vita quotidiana ed esercitare - nel vero senso della parola, vale a dire attraverso l’uso e il controllo della muscolatura portante - in ogni momento della giornata. Anche quando si sta seduti in ufficio, si cammina per la strada o si fanno i lavori domestici.

Il “metodo Pilates” è oggi noto semplicemente come Pilates, ma il fondatore aveva coniato il termine di Contrology, facendo preciso riferimento a uno dei 6 principi cardine del suo metodo che si possono rendere con altrettante parole chiave piuttosto intuitive: concentrazione, controllo, baricentro, respirazione, precisione, fluidità.

Tante declinazioni diverse
Oggi come oggi, il Pilates è praticato nelle palestre di tutto il mondo e ha raccolto negli ultimi anni un clamoroso successo di pubblico. Ma cosa è rimasto dei suoi presupposti originali? «Il presente del Pilates è il risultato di tanti percorsi diversi, alcune scuole sono più ortodosse e con precisi riferimenti al metodo sviluppato dal suo fondatore; altre hanno sviluppato un approccio più moderno, in linea con le conoscenze man mano acquisite sulla biomeccanica del corpo umano. In mezzo ci sono tutta una serie di sfumature, alcune però decisamente lontane dall’idea originale della quale usano il nome non sempre a pieno titolo, soprattutto oggi che il Pilates fa tendenza». A descrivere questa variegata situazione è Isabella Scursatone, torinese, che vanta una solida formazione sul metodo Pilates grazie anche a stages a New York e Londra. È docente di Ginnastica ritmica e Pilates presso la Scuola universitaria interfacoltà in scienze motorie (Suism) di Torino. «Le molte declinazioni del Pilates non sono solo la conseguenza della sua popolarità. Già poco prima della morte del fondatore, infatti, i suoi stretti collaboratori avevano iniziato a dare delle personali interpretazioni del metodo che poi hanno trovato sviluppo ulteriore negli anni successivi. Ciò dipende anche dal fatto che il metodo Pilates si presta a rivisitazioni e modulazioni in funzione dell’utilizzo e delle caratteristiche del praticante, senza per questo abbandonare i suoi principi. È possibile graduare difficoltà e intensità degli esercizi, impostare il lavoro su posture differenti e intervenire su problemi e patologie specifiche della colonna e non solo», prosegue Isabella Scursatone.

Ampie indicazioni, terapeutiche e non
I giochi sono piuttosto aperti anche perché il Pilates non è protetto da un marchio registrato. Da qui l’offerta a volte un po’ troppo generica e non sempre qualificata. Ma è meglio tenere alta la guardia rispetto a proposte non esattamente “doc”, oppure è preferibile la strada de “la sedentarietà è comunque peggio”? «Da una parte, bisogna tener presente che per quanto il ritmo sia lento e sincronizzato con la respirazione e l’esercizio controllato, un lavoro impostato con scarsa professionalità e senza la dovuta attenzione alle esigenze individuali e alla correzione in corso d’opera degli esercizi, può fare danni. D’altra parte, il successo del Pilates moltiplica le probabilità che le persone facciano movimento e siano sensibilizzate alla sua importanza: può essere quindi il primo passo di una piccola rivoluzione culturale individuale che va letta positivamente. Con un duplice ulteriore vantaggio: l’invito al Pilates si può rivolgere a tutti, a uomini e donne di qualunque età e condizione fisica e il metodo è adattabile ai bisogni di ciascuno. Lo possono fare le persone senza alcun acciacco o problema di salute, ma anche quelle che necessitano di interventi di riabilitazione e rieducazione», spiega ancora Isabella Scursatone.

E proprio una revisione pubblicata nel 2013 ha dimostrato l’efficacia del Pilates per il mal di schiena, uno dei problemi più diffusi che soprattutto nel mondo occidentale affligge così tante persone. Con il Pilates si possono evitare tanti inutili interventi riabilitativi, per non parlare della riduzione del ricorso a farmaci che spesso si rivelano solo meri palliativi. «Ma sono candidati al metodo Pilates anche i pazienti veri e propri, per esempio quelli colpiti da tumore, che tra l’altro necessitano in modo particolare di ristabilire un rapporto di equilibrio con il proprio corpo», continua l’esperta torinese. «Non dimentichiamo infine che il Pilates è cruciale per le donne in stato interessante e per quelle che hanno partorito da poco. Si tratta infatti di una categoria di persone che ha necessità di lavorare sui repentini cambiamenti posturali. Il Pilates si può praticare già una quarantina di giorni dopo il parto, naturale o cesareo, e il lavoro profondo è in grado di ripristinare la tonicità della muscolatura addominale e pelvica dopo la dolce attesa».

 

2 Commenti

Il dolore lombare

Sono testimone, per esperienza diretta, dell'efficacia di un'applicazione costante del metodo Pilates, pur limitato a una seduta settimanale, per il recupero di funzionalità a livello lombare di un rachide stressato da anni di pratica pallavolistica seguita da un lungo periodo di inattività.

Metodo Pilates

Dimenticarsi di avere un corpo e poi, seduta dopo seduta, sentirsi di nuovo padroni delle proprie sensazioni. Non aver voglia di cominciare... tanto alla mia età, poi... non vedere l'ora di andare a fare Pilates! E non è mai finita. Ogni volta nuovi esercizi e tutte le parti del corpo vengono di nuove sollecitate. E' sempre una piacevole sorpresa.

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