Compost di condominio: una buona azione per l’ambiente e la comunità

Il progetto di educazione alla sostenibilità di Sesto San Giovanni punta alla diffusione di buone pratiche di comportamenti responsabili su consumi e riciclo dei rifiuti.
30/08/2013
  • Yuri Maderloni
Una compostiera domestica

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Una compostiera domestica

Un gesto di attenzione all’ambiente che permetta anche di riannodare i rapporti tra vicini, magari favorendo uno stile di vita più attivo? Esiste, e a Sesto San Giovanni, comune in provincia di Milano, gli hanno dato un nome: “We-re: risposte creative per coltivare comunità sostenibili”. Questa idea rappresenta uno dei primi esperimenti di compostaggio condominiale volontario. Protagoniste una cinquantina di famiglie, che abitano in tre palazzi della cooperativa edificatrice Nuova Torretta.

La sperimentazione - promossa dalla cooperativa Accesso in collaborazione con le associazioni Città Possibili e Bioecoservizi, con il contributo della Fondazione Cariplo e del Comune di Sesto San Giovanni - dura circa un anno, durante il quale i condomini sono stati formati sulle tecniche di creazione del rifiuto da compostare, sulle modalità di gestione delle compostiere e sulle attività di verifica dello stato di compostaggio. Ma in che cosa consiste? «L’obiettivo è produrre un humus, un fertilizzante naturale che verrà poi utilizzato per concimare gli spazi verdi dei tre condomini, le piante da vaso sui balconi e rifornire alcuni orti comunali della zona che ne hanno fatto richiesta», racconta Anna Parravicini di “Città possibili”.

Responsabilità e cura del territorio
Compito dei condomini aderenti è quindi riempire quotidianamente il proprio secchiello per il compost con i resti di frutta e verdura cruda, gusci di uova, tovaglioli, rifiuti verdi, fondi di caffè. Ne risulterà un terriccio che, dopo 8-10 mesi di “incubazione” nelle compostiere (due per condominio, ognuna di un metro cubo di grandezza, autoprodotte dai condomini in materiale biodegradabile), sarà poi pronto per nutrire piante e fiori dei tre cortili.

Nelle intenzioni dei promotori, We-re vuole essere un progetto partecipato e consapevole, che affronta i temi e le criticità della sostenibilità ambientale e sociale nelle città, a partire dalle esigenze e dalle risposte che il territorio stesso può fornire. «È per questa attenzione nei confronti della socialità, in particolare l’idea di comunità cooperativa, che abbiamo aderito all’iniziativa. Crediamo che chi abita nei nostri condomini non sia un semplice inquilino, ma parte di una rete umana che vada salvaguardata», precisa Sergio Pignatelli, presidente della cooperativa Nuova Torretta.

Il compost conviene
I primi raccolti di terriccio sono previsti per la prossima primavera, quando si farà il punto sullo stato di avanzamento del progetto per valutare i risultati raggiunti e capire se c’è la volontà di passare al secondo step: far partire corsi su come fare l’orto sul balcone, attività divenuta popolare anche grazie al pollice verde della first lady americana Michelle Obama, da sempre sensibile alla promozione di stili e modelli di vita più sani e attivi.

Restando a Sesto San Giovanni, se l’esperimento andrà a buon fine e verrà esteso ad altri condomini, è possibile ipotizzare - hanno fatto sapere dall’assessorato comunale competente - che i benefici non saranno solo per l’ambiente, ma anche per i condomini grazie una riduzione della tassa comunale sui rifiuti. Insomma: se son rose, fioriranno.

 

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