Palestra? No, grazie: io gioco alla console
- Davide Coero Borga
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Gambe. Addominali. Glutei. Spinning, pilates, step. Pesi, vogatore, spalliera. Fitness, cardio fitness, zumba fitness. Non è un mantra, bensì il normale programma di allenamento cui si sottopongono i sempre più numerosi frequentatori di palestre e centri sportivi metropolitani: tutti insieme appassionatamente, a sudare in tutine hi tech. In soccorso delle sopravvissute e dei sopravvissuti alla timidezza, restii allo spogliatoio e al personal trainer, arriva però - a sorpresa - il mondo delle console videogame. Piattaforme di gioco interattive, supporti dotati di rilevatori di movimento, e un istruttore virtuale a schermo che chiede di ripetere scrupolosamente una serie di movimenti. Sembra facile, un gioco da ragazzi. Ma presto si scopre che non è esattamente così.
Dal ballo al tennis, nel salotto di casa
L’ultima generazione di videogiochi può insegnarci tutti i passi hip-hop, r’n’b, dance, latino-americani, che abbiamo sempre invidiato (chi più, chi meno) al principe Emanuele Filiberto di “Ballando con le stelle”, così come alla gilda di snodati cantanti ballerini che interpretano più o meno felicemente il ritmo del momento. Dimenticatevi del joystick e scoprite una moderna palestra per rimettere in moto anche i muscoli che non pensate di avere. Nati come videogiochi per ragazzi, i programmi fitness di Nintendo Wii, Xbox e Kinect stanno diventando un utile alleato contro la sedentarietà.
Fare ginnastica senza uscire di casa. Come in palestra. E anche meglio, a dirla tutta: con telecomandi, strumenti e pedane elettroniche, è possibile giocare una partita a tennis oppure allenarsi in modo divertente, creando un programma di allenamento su misura. I comandi remoti registrano gli spostamenti grazie a un accelerometro e a un sistema di puntamento, l’avatar a monitor ci suggerisce come correggere i movimenti, annotando i progressi e i risultati conseguiti mentre un trainer virtuale ci segue passo passo, rimproverandoci quando lasciamo passare troppo tempo fra un allenamento e un altro.
Giocare è una cosa seria
Gli esercizi sono divisi in categorie: training, yoga, muscoli, aerobica, equilibrio, coordinamento. Ci si può allenare da soli, in mutande o in pigiama, all’ora che si preferisce. Oppure si può trasformare tutto in una sfida con gli amici. Magari non è proprio come andare in palestra, ma di certo non si può dire che si tratti di qualcosa di deprecabile, come si è fatto con gli invasati dei videogiochi tradizionali incollati per ore e ore al divano e ignoranti della crescente obesità infantile.
Il fitness game favorisce l’attività fisica del bambino, sempre che vostro figlio non abbia già scoperto come insistere sugli accelerometri sfruttando i rapidi movimenti del polso e restando comodamente seduto in poltrona. Le nuove funzioni delle console hanno ridefinito il moderno concetto di serious game, sempre più diffuso da alcuni anni a questa parte. E il successo di questo tipo di prodotti ha spinto gli sviluppatori a rivedere e correggere le operazioni di personalizzazione per l’utente. Perché il gioco non è privo di controindicazioni.
Ma occhio agli infortuni
Con il lancio di “Wimbledon Open Champion” su console Wii, infatti, il Regno Unito ha dovuto far fronte a una singolare emergenza sanitaria. Almeno dieci persone alla settimana sono finite in ospedale lamentando dolori atroci alla spalla destra o alle ginocchia. Nessuna epidemia traumatologica, bensì un uso smodato (e sbagliato) delle console. A lanciare l’allarme, dalle colonne del tabloid Sun, sono stati i medici del servizio sanitario britannico costretti a ricoverare pazienti di tutte le età, alle prese con problemi articolari anche gravi, e di varia natura, moltissimi dei quali riconducibili a estenuanti sessioni di gioco a video. Ormai disabituati al movimento, non erano pronti a movimenti improvvisi e torsioni anche violente, per le quali sarebbe stata necessaria un’adeguata preparazione. Risultato: infiammazione della spalla e del polso. E persino le ginocchia non sono uscite immuni dai pericoli del videogioco, tanto che l’umore nero degli inglesi ha voluto codificare l’infiammazione del legamento come caso di “Wii-knee”, proprio in omaggio alla console Nintendo. Giocare con moderazione, insomma.
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