Anche al neurone piace correre
- Alessandro Oliva
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«Corro perché mia mamma mi picchia». È questa la buona ragione addotta da Giovanni Storti, in arte semplicemente ‘Giovanni’, per una volta senza Aldo e Giacomo come coautore di un divertente libro sulla corsa. L’attore sostiene che la corsa è inutile, ma a maggior ragione va coltivata come un’arte. Giovanni descrive i suoi luoghi del correre e la varia umanità che vi incontra in una rassegna così spassosa capace di convertire a quest’arte anche i più pigri. Se qualcuno però fosse ancora restio a indossare scarpette, maglietta e pantaloncini, ci sono parecchie ragioni ben più solide e scientificamente documentate. Tra queste, il beneficio sulle funzioni intellettive: un valore aggiunto che richiama l’antico detto mens sana in corpore sano e che è da valorizzare tanto più oggi, che le motivazioni che spingono a fare movimento sono orientate prevalentemente alla ricerca della prestanza fisica o dell’estetica.
Per una mente sempre lucida
Un lavoro pubblicato su Neurology e condotto all’Università del Minnesota avverte che per mantenere giovani i nostri neuroni bisogna iniziare molto presto a tenerli in esercizio, anche con l’esercizio fisico. I ricercatori hanno sottoposto alla prova da sforzo su tapis roulant quasi 3 mila volontari con età meta di 25 anni. A distanza di anni hanno poi effettuato dei test che misuravano la memoria, la velocità e la capacità ideativa. È emerso che tanto più si era prolungata la prova di resistenza in passato, tanto più i punteggi sulle prestazioni intellettive erano alti. E, non a caso, l’umorismo come quello che caratterizza il runner Giovanni è una delle doti più peculiari di una mente giovane e fresca.
David Jacobs, il ricercatore che ha coordinato lo studio, commenta così questi risultati: «È dimostrato che una buona condizione dell’apparato cardiovascolare si riflette su quella del sistema nervoso centrale: i nostri dati confermano questa visione complessiva, con uno stretto legame tra salute organica e benessere psichico. Ma, in più, richiamano i giovani adulti a impegnarsi fin da subito in attività come correre, ma anche nuotare o andare in bicicletta per costruire già oggi la salute del domani».
Il moto, toccasana per memoria e apprendimento
Peraltro chi ha perso il treno in gioventù e si trova adesso a fare i conti con il declino delle funzioni mentali, ha ancora qualche margine di recupero. Sul British Journal of Sport Medicine, infatti, i ricercatori dell’Università della British Columbia di Vancouver documentano - grazie a immagini di risonanza magnetica cerebrale e test mnemonici - un parziale recupero delle capacità intellettive in donne anziane con lieve ritardo cognitivo (condizione che in alcuni casi conduce alla demenza), proprio in virtù di uno stile di vita attivo. Lo studio ha assegnato casualmente 86 donne di 70-80 anni a tre programmi riabilitativi diversi: esercizio aerobico, esercizio di resistenza, esercizi per equilibrio e tonicità muscolare. Dopo 6 mesi, si è osservato nelle donne assegnate all’esercizio aerobico un forte miglioramento della memoria verbale e delle capacità di apprendimento, oltre a un aumento del volume dell’ippocampo sinistro, un’area del cervello connesso con le funzioni mnemoniche. Insomma, per dare un po’ di ossigeno al neurone non è mai troppo tardi.
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