Muoversi fa bene (anche) alla testa
- Giulia Annovi
Chi soffre di mal di testa in maniera cronica e persistente sa quanto sia difficile rendere compatibile questa condizione con qualsiasi altra attività quotidiana. Esercizio fisico compreso. A volte non resta che stendersi a letto al buio, aspettando che l’attacco sparisca. Emicrania e cefalee del resto sono un disturbo molto più frequente e invalidante di quanto si possa immaginare: ne soffrono ben due milioni di italiani. Come indicano i dati dell’Oms, è abbastanza piccola (pari al 2-4% della popolazione mondiale) la percentuale di chi ha cefalee croniche che si manifestano per almeno 15 giorni al mese; l'incidenza si innalza invece fino al 47%, se si considerano le persone colpite almeno una volta all’anno.
L’esercizio fisico contro il mal di testa
Esistono vari tipi di mal di testa, ma i più diffusi restano l'emicrania (che colpisce metà testa, con un dolore intenso e ricorrente) e la cefalea legata a tensione muscolare che invece si irradia in tutto il cranio. Una vita piena di stress e tensioni può infatti costituire uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza dei sintomi.
E questo è proprio uno dei motivi per cui si consiglia di svolgere un'attività fisica costante e regolare a chi soffre di mal di testa. «Lo sport allontana stress e tensioni, ancor più se si pratica all'aria aperta, per esempio in un parco. Muoversi aggiunge al benessere fisico anche il connubio tra distrazione (per esempio, con l'aiuto della musica) e socializzazione», spiega Piero Barbanti, responsabile dell'Unità diagnosi e terapia cefalee e dolore del San Raffaele di Roma.
Il fatto che la pratica sportiva costituisca un aiuto importante per chi soffre di mal di testa è dimostrato anche da una serie di studi scientifici raccolti e comparati nell'articolo apparso nel 2014 sul Journal of sports medicine and physical fitness.
Cause fisiologiche
L'esercizio non solo migliora la circolazione sanguigna, l'ossigenazione dei tessuti e lo stato psicologico, ma ha anche la capacità di liberare fattori neurochimici che aiutano a combattere il mal di testa. «Grazie al movimento, il cervello produce il cosiddetto “fattore neurotrofico cerebrale”, sostanza che contribuisce alla plasticità, alla sopravvivenza e alla differenziazione dei neuroni e che svolge un'azione benefica per chi soffre di mal di testa», sottolinea Barbanti.
Al contrario, la sedentarietà può contribuire a scatenare il dolore: l'accumulo di grasso corporeo fa infatti salire i livelli del “peptide correlato al gene della calcitonina” (Cgrp), un potente vasodilatatore che gioca un ruolo chiave nell'insorgenza dell'emicrania. «Potremmo quasi dire che prevenire l'obesità significa anche aiutare a prevenire la cefalea e la sua cronicizzazione», aggiunge Barbanti.
Infine, lo sport non si limita a smuovere il metabolismo corporeo e a bruciare i grassi, ma ha effetti anche sulla fisiologia cellulare: un dato importante, visto che i mitocondri (i “polmoni” della cellula) dell'emicranico hanno spesso bisogno di una spinta in più per attivarsi in modo efficiente.
Sport sì, ma con il giusto “garbo”
Nel complesso rapporto tra sport e cefalee, anche intensità, durata, frequenza e tipo di attività fisica praticata non sono fattori da sottovalutare. «Sforzi protratti e massimali, magari senza un adeguato allenamento, possono essere controproducenti», continua Barbanti. Può bastare una partita di calcetto dopo una giornata stressante, per scatenare una crisi emicranica. In questi casi, invece di far sgranchire il proprio apparato metabolico, lo si affatica con uno stress eccessivo facendolo entrare in riserva energetica.
Uno sforzo fisico eccessivo può avere effetti negativi addirittura su chi lo sportivo lo fa di mestiere. Atleti e sportivi agonisti soffrono spesso di attacchi di mal di testa. Proprio Barbanti, in collaborazione con Antonio Pelliccia (responsabile del reparto di Cardiologia dell’Istituto di medicina e scienza dello sport del Coni), ha analizzato il profilo degli atleti che hanno partecipato alle Olimpiadi di Londra del 2012. Dallo studio, che è in procinto di essere pubblicato, emerge che l'incidenza del mal di testa tra gli atleti è superiore rispetto a quanto atteso, in base al confronto con altri soggetti di età e sesso comparabili.
Attività più o meno adatte
Di sicuro, attività aerobiche come il pilates possono alleviare i primi sintomi di un attacco di cefalea. Anche lo yoga ha proprietà benefiche di prevenzione dell'emicrania, riconosciute da studi recenti come quello apparso sull’International journal of preventive medicine. «Agendo sul sistema nervoso vegetativo attraverso un lavoro su postura e respirazione, lo yoga può innescare una specie di “desensibilizzazione” al dolore nel sistema nervoso centrale», conclude Barbanti. Body building o calcio senza preparazione sono invece da evitare perché richiedono sforzi eccessivi e “a strappi”. Molto meglio il nuoto, l'aerobica, il jogging o lo sci. La ricetta perfetta per contrastare l'emicrania prevede anche di accompagnare lo sport con una sana e corretta alimentazione. L'emicranico non può saltare il pasto, anzi è utile che integri la propria dieta sotto consiglio del medico (per esempio con coenzima Q10, riboflavina e magnesio).
Infine, l’Associazione italiana per la lotta contro le cefalee (Aic) ha organizzato a Milano Marittima il 19 luglio scorso la prima edizione della maratona “Scatta in testa”: la manifestazione verrà riproposta anche quest'anno, per sensibilizzare sul ruolo che può giocare l’attività fisica nella cura e nella prevenzione del mal di testa.
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