Mobilità e trasporti: in arrivo nuove regole
- Debora Serra
Il 2015 si preannuncia come un anno di grandi cambiamenti per la mobilità italiana. Il Parlamento è infatti al lavoro su una serie di norme che contengono importanti innovazioni: in primis, la riforma del Codice della strada e il Collegato ambientale alla Legge di stabilità 2014.
Nuove regole in strada
Con 246 voti a favore e 9 contrari, il 9 ottobre scorso la Camera ha dato il primo via libera alla Riforma del codice della strada. Numerose le novità introdotte. Tra queste l’istituzionalizzazione del concetto di “utenza vulnerabile” (bambini, anziani, disabili, pedoni, ciclisti e altri utenti di mezzi a due e tre ruote) e un nuovo meccanismo di premi e punizioni, oltre al già collaudato sistema della patente a punti. Come afferma Michele Pompeo Meta, presidente della Commissione trasporti della Camera dei Deputati, «la legge vuole tutelare l’utenza a rischio attraverso prescrizioni finalizzate a evitare i comportamenti più pericolosi: sono previsti bonus per gli automobilisti virtuosi e, invece, l’inasprimento delle sanzioni per chi lede l’incolumità degli altri utenti della strada». Tuttavia il provvedimento chiama in causa anche gli enti proprietari e i gestori delle strade, fissando criteri precisi nella progettazione della sede stradale. «Per esempio, si prevede la limitazione della presenza a bordo della carreggiata di ostacoli fissi artificiali e una disciplina puntuale e rigorosa della cartellonistica pubblicitaria. In programma anche una revisione complessiva dell’uso della segnaletica, sulla base di criteri quali la semplificazione, la visibilità e, appunto, l’attenzione all’utenza vulnerabile», continua Pompeo Meta.
Il nuovo Codice prevede inoltre l’ampliamento delle “zone 30” alle aree urbane in cui sono presenti scuole e ospedali e una rinnovata definizione, ufficialmente riconosciuta dalla legge, di car pooling: da intendere come un servizio di trasporto non remunerato, basato sull’uso condiviso di veicoli privati tra due o più persone che debbano percorrere uno stesso itinerario.
Non si tratta comunque di un percorso facile e lineare. Basti pensare, per esempio, al caso del cosiddetto “senso unico eccetto bici”, misura che consentirebbe ai ciclisti la doppia viabilità in alcune strade a senso unico per i veicoli a motore. Il legislatore non l’ha ancora inserita nella riforma del Codice, perdendo l’occasione di adeguare la nostra vecchia normativa alla linea sposata ormai in quasi tutta Europa (Italia a parte, fanno eccezione solo la Grecia e alcuni Paesi dell’est). Il principio, come sottolinea la Federazione italiana amici della bicicletta in un dossier a tema, è permettere a pedoni e ciclisti di prendere sempre le vie più brevi, in modo da incentivare la sicurezza stradale e facilitare la mobilità “dolce”. Almeno per il momento, però, questa novità è stata bocciata dalla Commissione trasporti della Camera.
A piedi o in bicicletta, trasporti sempre più green e salutari
Passi avanti si registrano invece sul fronte della mobilità sostenibile. L’articolo 2-bis del disegno di legge 2093, cioè il Collegato ambientale alla Legge di stabilità 2014 approvato dalla Camera lo scorso 9 settembre, destina 35 milioni di euro alla realizzazione di un programma alternativo di trasporti casa-scuola e casa-lavoro. Grazie a questo fondo gli enti locali potrebbero finanziare iniziative di bike to school o walk to school, già attive in alcune grandi città italiane, ma troppo spesso organizzate in maniera volontaristica da gruppi di genitori che si occupano di accompagnare i propri bambini a scuola senza prendere l’auto.
Ma la vera novità, da sperimentare nei territori con una popolazione superiore ai 100 mila abitanti, sarebbe l’introduzione dei “buoni mobilità”: incentivi concreti per chi usa mezzi di trasporto sostenibili per andare al lavoro o a scuola. Per Alessandro Bratti, deputato del Partito democratico e relatore della norma, «la forma dell’incentivo è ancora da studiare. Il “buono” potrebbe consistere nella possibilità di entrare alcuni minuti più tardi al lavoro per chi dimostra di spostarsi su due ruote, oppure nella concessione del comodato gratuito delle bici elettriche». Non esclusi neanche gli incentivi diretti in denaro, come già fanno diversi Paesi europei. Per esempio Francia e Belgio prevedono, rispettivamente, buoni da 25 centesimi e 22 centesimi per ogni chilometro percorso da chi raggiunge il proprio posto di lavoro in bici. I cugini transalpini porteranno a termine il periodo di sperimentazione previsto (6 mesi) di questa iniziativa alla fine di dicembre: all’inizio del 2015, una volta valutati i risultati ottenuti, sapremo se si tratta di una misura davvero efficace e sostenibile. E se sia esportabile anche in Italia.
Un commento
Nuove regole del codice
Inviato da Vincenzo (non verificato) il
Evviva la bicicletta: sono ciclista, motociclista e automobilista, e vorrei pregare chi pensa al senso unico eccetto bici, di ricordare ai ciclisti di mantenere COMUNQUE la destra, e di non viaggiare affiancati per chiacchierare. Gli automobilisti hanno bisogno di sapere dove aspettarsi il ciclista, e verso dove si sposterà: molti ciclisti viaggiano sul lato SBAGLIATO della strada, controsenso o no, e se sentono l'auto che arriva da dietro spesso stringono a sinistra, e non solo nelle strade a senso unico ma anche in quelle a doppio senso...
Aggiungi un commento