Con il caldo, un pizzico di buon senso e non solo

Non c’è anno che passi, al primo caldo estivo ecco che media e istituzioni, con articoli di costume o campagne di comunicazione, ripropongono consigli e indicazioni su come difenderci dalle ondate di calore. È però sempre importante valutare fonti e singoli casi, soprattutto per chi vuole fare esercizio fisico quando afa ed elevate temperature rendono più faticoso praticare sport. Le occasioni, del resto, non mancano: per chi ha scelto di trascorrere le ferie al mare o in montagna, ma anche per chi rimane in città, dove parchi e giardini offrono tante opportunità per mantenersi attivi.
29/07/2014
  • Margherita Martini
estate in movimento

Immagine: 

dal film “Nebbia sulla Manica” (Dangerous When Wet), diretto da Charles Walters (1953)

Relax, magari in compagnia di un buon libro, ma anche molte “vacanze attive”. Sono sempre più numerose le persone che approfittano dell’estate e di un po’ più di tempo libero per dedicarsi alla propria forma fisica, avvicinandosi a qualche disciplina sportiva - magari per la prima volta - o semplicemente continuando la propria quotidiana attività fisica. Ben venga tutto ciò, ma con un po’ di attenzione: per chi non è abituato a fare esercizio, un approccio graduale diventa una priorità. Per chi invece è “sportivo” tutto l’anno, qualche accorgimento per proteggersi dal caldo è una necessità.

Tra linee guida e valutazioni individuali
Il problema va affrontato su due livelli. Da una parte, è fondamentale che siano disponibili linee guida e indicazioni generali che, seppur con il rischio di sembrare luoghi comuni, forniscano le principali regole comportamentali per la popolazione e per i gruppi a maggior rischio come anziani, persone con malattie croniche o bambini. Per esempio, come sottolineato nel decalogo del ministero della Salute “Consigli generali per affrontare il gran caldo senza rischi per la salute”, seguire dieci semplici suggerimenti permette di limitare l’esposizione alle alte temperature, facilitare il raffreddamento del corpo ed evitare la disidratazione, riducendo i rischi per le persone più fragili. Riguardo all’esercizio fisico, in particolare, il consiglio delle autorità è evitare di praticare all’aperto attività fisica intensa o lavori pesanti nelle ore più calde della giornata.

Dall’altro lato, però, «anche se la “stella polare” rimane il buon senso, è importante valutare la propria situazione con l’aiuto di un medico per capire se è necessario sospendere, ridurre, o se invece è possibile continuare, l’esercizio fisico durante il periodo estivo», sottolinea Francesco Di Matteo, responsabile dell’unità operativa di Medicina dello sport e promozione dell’attività fisica presso l’Asur Marche. «La scelta dello sport, dell’orario, del luogo non devono essere prese a priori. Se ho un farmaco efficace - e l’attività fisica si è dimostrata essere una vera e propria terapia contro le malattie croniche - non lo sospendo nel periodo estivo ma cerco di capire come poterlo “adeguare” alla singola situazione personale», continua Di Matteo.

D’altronde, le variabili in gioco sono molte: le condizioni generali di salute della persona, il tipo di esercizio fisico che si svolge, la sua intensità, la durata, il luogo. In effetti, le condizioni ambientali di montagna, mare e città non sono certo uguali e anche in uno stesso posto ci sono spazi molto diversi tra loro tra cui poter scegliere per fare esercizio. Per esempio, per correre in estate, un parco urbano ombreggiato è sicuramente un luogo più adatto di un campo da calcio dove gli alberi non ci sono; oppure, nuotare in piscina è certo più rinfrescante che giocare a tennis.

L’adattamento del corpo al caldo
Ma cosa succede al nostro fisico quando fa così caldo? «La temperatura ambientale per cui l’uomo a riposo non ha bisogno di alcun adattamento si colloca a circa 28°C. Quando non ci sono queste condizioni climatiche ideali, o quando si attuano comportamenti che aumentano la produzione di calore (come appunto fare sforzo fisico), si attivano meccanismi fisiologici di compensazione. Se la temperatura ambientale supera i 28°C, il corpo umano deve disperdere tanto più calore quanto più elevata è l’attività muscolare», spiega Maurizio Gottin, responsabile della struttura di Medicina sportiva della Asl Torino 4.

Il meccanismo principale è la vasodilatazione del circolo sanguigno cutaneo, che in casi estremi può raggiungere il 20% dell’intero volume sanguigno pompato dal cuore. «In questo modo la temperatura cutanea aumenta e viene facilitata la dispersione di calore verso l’esterno, per temperature ambientali più basse di quella della cute. Quando invece la temperatura ambientale supera quella della cute, l’unico meccanismo efficace per perdere calore è la sudorazione. La sottrazione di calore è data dall’evaporazione del sudore sulla cute ma l’evaporazione è molto influenzata dalle condizioni climatiche e individuali. Per esempio: la temperatura e l’umidità dell’aria, la presenza di ventilazione, la rapidità dei movimenti, lo stato di salute e forma fisica dell’atleta», sottolinea Gottin.

L’adattamento del corpo al caldo comporta comunque uno sforzo notevole per il sistema cardiocircolatorio. Il volume di sangue pompato dal cuore in un minuto può infatti raggiungere valori 4 volte superiori a quelli di base (è come se stessimo già svolgendo un esercizio fisico di lieve intensità). Inoltre il flusso di sangue viene diretto principalmente alla cute, riducendo quello verso gli organi interni e, a riposo, anche quello per i muscoli. «Questo aumento della gettata del cuore si ottiene soprattutto con l’accelerazione della frequenza del battito. La diffusa vasodilatazione riduce infatti il ritorno venoso al cuore, che di conseguenza non si può riempire completamente e non riesce a pompare a ogni battito tutta la quantità di sangue di cui sarebbe capace. Quando però i meccanismi di compenso non sono sufficienti, il corpo si surriscalda e oltre un certo limite possono sopraggiungere il colpo di calore o il colpo di sole (per esposizione diretta e prolungata della testa e del collo ai raggi solari). Le conseguenze sono vertigini, affanno respiratorio, nausea e collasso. In casi del genere, l'esercizio fisico va immediatamente interrotto e la persona in difficoltà va portata in un luogo fresco e ombreggiato», conclude Gottin.

L’informazione non è neutra
Che sotto il solleone sia necessario “rimodulare” le nostre abitudini è dunque evidente. Le alte temperature non impediscono infatti di fare esercizio, ma riducono la nostra capacità di compiere lavoro muscolare perché una parte di esso è già impegnato nel mantenere l’equilibrio termico del corpo. E allora sono benvenute tutte le indicazioni, scientificamente valide, utili per poter affrontare l’estate in salute e sicurezza. Però, attenzione: l’informazione non è neutra. Ogni parola ha il suo peso e, anche se i messaggi di fondo sono giusti, l’impatto che possono avere sulla psicologia del singolo individuo non è sempre lo stesso. Così, la signora anziana in buone condizioni fisiche si può ritrovare a interrompere le sue passeggiate quotidiane sul lungomare perché ha sentito in tv il servizio che sconsiglia di muoversi con il caldo; e invece la persona che avrebbe davvero bisogno di “riposarsi” un po’, sospendendo l’attività fisica fino all’autunno, lo troviamo a correre sotto il sole di agosto, magari su una strada asfaltata di una grande città.

È allora sempre più cruciale il ruolo delle persone che si trovano a interagire con i principali gruppi a rischio. Per esempio familiari, badanti, babysitter, operatori sanitari che lavorano in strutture che ospitano anziani, in estate si trovano di fronte a una grande responsabilità e a una complessità di situazioni che devono poter affrontare con serenità e con l’aiuto di specialisti e istituzioni. Per questo, negli anni, il ministero della Salute ha realizzato una serie di opuscoli con raccomandazioni rivolte a cittadini e operatori sanitari, che contengono anche indicazioni specifiche sui livelli di attività fisica consigliati:

Consigli generali e indicazioni personalizzate, il tutto condito con un pizzico di buon senso: questa, in conclusione, la ricetta per restare attivi (in salute e sicurezza) anche d’estate.

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