Anci: è urgente una riforma del Codice della strada, a favore di pedoni e ciclisti

I Comuni presentano misure per promuovere una mobilità più sostenibile in città: l’obiettivo è aumentare la vivibilità dei nostri centri urbani. Ora la palla passa a Governo e Parlamento.
08/11/2013
  • redazione
ciclisti e pedoni

Modificare in modo radicale il Codice della strada per venire incontro alle esigenze della cosiddetta “utenza debole”, pedoni e ciclisti in primis. La richiesta formale arriva dall’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), nel corso di un incontro a Roma durante il quale è stata presentata una proposta articolata per la commissione Trasporti della Camera e il Governo.

 Alla presenza del sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Erasmo D’Angelis e di rappresentanti di Legambiente, Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab) e movimento #Salvaiciclisti, i Comuni hanno varato un documento con un pacchetto di riforme completo. Si va dal riconoscimento dell’infortunio in itinere al limite di 30 km/h in città, dal doppio senso di circolazione per le bici fino al ribaltamento dell'onere della prova, in caso di incidente, a carico del veicolo pesante. Tutte misure che, se approvate, costituirebbero una spinta determinante nella promozione della mobilità ciclistica e pedonale in Italia.

L’impegno dell’Anci
L’obiettivo è mettere mano in maniera profonda al Codice per una riforma ispirata ai principi della mobilità sostenibile e alla tutela degli utenti della strada più vulnerabili. «Come Anci, abbiamo indicato la necessità di una drastica rivoluzione dei principi e delle regole, ripensando i centri urbani a misura di pedoni e ciclisti. Abbiamo presentato un quadro di proposte condiviso tra Comuni e mondo dell’associazionismo e trovato interlocutori attenti. Ora ci aspettiamo una risposta dal ministero dei Trasporti che consenta di recepire e attuare rapidi cambiamenti per le nostre città. Noi intanto continueremo a collaborare alla revisione strutturale del Codice della strada», ha dichiarato Pierfrancesco Maran, assessore alla mobilità del Comune di Milano e delegato Anci per la ciclabilità.

Ma vediamo nel dettaglio alcune delle proposte avanzate:

  • corsia ciclabile in continuità sul lato destro delle strade. La misura dovrebbe scoraggiare la realizzazione di piste ciclabili brevi o “a singhiozzo”, come siamo spesso abituati a vedere in Italia. Sarebbe una vera e propria rivoluzione, anche se non semplice da applicare: bisognerebbe riprogettare tutte le strade già costruite senza uno spazio ad hoc per la corsia ciclabile
  • “casa avanzata”. Prevedere una lanterna semaforica e un’area di sosta specifica per i ciclisti - più avanti rispetto a quella per le auto, chiamata in gergo “casa avanzata” - aiuterebbe chi è in bici a ripartire con rapidità evitando collisioni con i veicoli. Peraltro, con il vantaggio di respirare meno gas di scarico delle macchine in coda
  • sensi unici eccetto bici. Se passa la proposta, i ciclisti potranno viaggiare in entrambi i sensi di circolazione, senza più vincoli di larghezza minima della strada
  • fine dell'obbligo di utilizzo delle piste ciclabili. Oggi, laddove presenti, i ciclisti sono sempre tenuti a transitare sulle piste ciclabili. La proposta di revisione del Codice della strada farebbe decadere quest’obbligo, insieme a quello di pedalare solo sul lato destro della carreggiata
  • parcheggio della bicicletta negli spazi condominiali. Si intende favorirlo, togliendo per legge alla gestione condominiale il potere di vietarlo
  • limite di velocità a 30 km/h in città. Portare a 30 km/h il limite di velocità nei centri urbani (invece dei 50 km/h ora in vigore) significherebbe avere meno incidenti, meno inquinamento, meno rumore e più vivibilità
  • revisione dell’arredo urbano. Si tratta di prevedere interventi di riqualificazione delle zone residenziali, spesso privi di strade di attraversamento e dell’opportuna segnaletica. L’obiettivo è favorire la circolazione dell'utenza debole e indurre i conducenti di auto e moto a mantenere un’andatura prudente e moderata. Si favorirebbero anche la tranquillità dei quartieri, le attività di pubblico esercizio nelle vie, il passeggio e lo shopping.

 

Un commento

E i ciclisti?

Vivo da anni in una città (Ravenna) in cui la bicicletta è un mezzo di locomozione largamnete utilizzato e sono io stessa una convintissima utilizzatrice e sostenitrice della bici per gli spostamenti ubani. Però mi pare che in tutte le proposte, a fronte di una marcata sottolineatura dei limiti per gli automobilisti, manchi la presa di resposabilità anche da parte del ciclista. Nella mia città per esempio da qualche anno alcuni ciclisti hanno iniziato a pedalare contromano....pratica pericolosissima per loro e per chi, alla guida di un'auto, si trova aimmettersi da una strada laterale. Anche l'automobilista più attento rischia di investire queste persone! Non si può favorire il caos.
Inoltre sarebbe opportuno introdurre l'obbligo di dotare le biciclette o l'abbigliamneto dei ciclisti di "segnalatori", come fonti luminose fisse, strisce o giubbotti catarifrangenti e cose simili; perchè sfido chiunque a vedere un ciclista vestito di nero,su una bici scura, sulla strada grigia, di notte! Questo è il mio eterno assillo quando guido di sera, e per questo ho dotato la mia bicicletta di luci fisse e giro sempre col giubbotto per le ore notturne.

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