Bastone? No, grazie. L’anziano camminerà con il robot

In un futuro ormai molto vicino i robot potrebbero migliorare la qualità della vita degli anziani, garantendo il ripristino dell’autonomia perduta e il potenziamento delle capacità residue. Anche quelle motorie.
04/11/2014
  • Milly Barba
robot per gli anziani

Immagine: 

credit: Scuola superiore Sant’Anna di Pisa

«Uno è lieto di poter servire». Rispondeva così ai comandi il robot maggiordomo protagonista del racconto L’uomo bicentenario, creato nel 1976 dal genio fantascientifico di Isaac Asimov e poi interpretato da Robin Williams nell’omonimo film. Il robot Andrew, una macchina dalle fattezze e ambizioni fin troppo umane, in principio, era stato acquistato dalla famiglia Martin per svolgere le faccende domestiche e occuparsi di “piccola Miss”, la figlia minore dei suoi proprietari.

Benvenuta, “robot-era”
Oggi, a distanza di quasi quarant’anni, l’idea avveniristica di Asimov si è tramutata in realtà. O quasi. Sistemi intelligenti, integrati alla perfezione con l’ambiente domestico e con l’esterno, sono in grado di cooperare e interagire sia tra loro che con le persone, migliorando in modo significativo la vita degli anziani e svolgendo il compito di veri e propri governanti. La notizia arriva da Pisa, dove i ricercatori dell’Istituto di biorobotica della Scuola superiore Sant’Anna hanno lavorato sul progetto europeo “Robot-Era”, dimostrando l’utilità di tre specifici sistemi robotici ad azione integrata. Gli obiettivi sono chiari: i ricercatori puntano a cambiare in modo permanente la qualità della vita degli anziani, restituendo indipendenza e benessere a coloro che, a causa dell’età, non possono più muoversi da soli e come vorrebbero.

“Robot-Era” consiste al momento in tre piattaforme meccaniche, in collegamento tra loro e in grado di fornire assistenza su più fronti e in diversi scenari. Un primo sistema, ribattezzato “Doro”, prevede un’azione indoor: supporta l’anziano in casa, aiutandolo a svolgere le più comuni faccende domestiche, grazie a un braccio meccanico e a una funzione che permette di spostare e manipolare gli oggetti. Ma non è tutto: il robot domestico consente all’anziano di rimanere in costante comunicazione con l’esterno, attraverso il collegamento con la rete telefonica e un videotelefono. Da non dimenticare poi la funzione che permette al robot di mettere in calendario le varie attività, ricordando per esempio l’orario in cui prendere le medicine, le visite o gli appuntamenti importanti. Tutti questi dispositivi permettono quindi di facilitare il rapporto tra l’anziano e il caregiver, che rimane in ogni caso una presenza indispensabile e non sostituibile.

A spasso con il robot: l’opportunità di ricominciare a muoversi
Ma il vero valore aggiunto di questi sistemi è il supporto alla deambulazione, che non consiste solo in un aiuto durante i brevi spostamenti domestici. Grazie a “Oro” (la piattaforma robotica outdoor), infatti, l’anziano ha di nuovo la possibilità di fare del sano movimento quotidiano. Attività come uscire per strada, passeggiare o andare a fare la spesa, spesso evitate poiché necessitano dell’aiuto di altre persone, diventano così di nuovo fattibili. Sotto la guida del robot, anche chi - per colpa degli acciacchi dell’età o della malattia si è abbandonato a uno stile di vita sedentario - può recuperare la propria mobilità e indipendenza. Oltre a fornire un supporto fisico, il robot funge da “totem” in grado di comunicare informazioni sul percorso e, in caso di necessità, di segnalare situazioni critiche e di pericolo.

Se ad accrescere il benessere e a migliorare la mobilità ci pensano queste due piattaforme, a farsi carico dei compiti più ingrati e fastidiosi, infine, ci pensa “Condominium”, il robot-portiere deputato alla distribuzione dei pasti, al ritiro del bucato e allo smaltimento dei rifiuti. «Il nostro obiettivo è quello di restituire dignità alla persona anziana, privata nel tempo della propria autonomia», spiega Filippo Cavallo, ricercatore e coordinatore del progetto che si concluderà nel 2015. Nella seconda fase della sperimentazione, i sistemi robotici saranno testati dagli anziani in ambienti reali e non più in simulazioni (effettuate nel laboratorio “DomoCasa” di Peccioli, in Toscana, e nella residenza assistita di Ängen, in Svezia).

Ancora diverse questioni da risolvere
Sebbene le piattaforme si siano già rivelate efficienti, l’ingresso di questi dispositivi nella vita reale dell’uomo porta con sé una serie di implicazioni etiche, sociali e psicologiche. «In primis, le piattaforme robotiche non devono essere considerate come dispositivi che sostituiscono la presenza umana, portando gli utenti all’isolamento e a un rapporto esclusivo con la macchina. Tutt’altro», sottolinea Cavallo, I robot, infatti, devono sì potenziare le capacità residue dell’anziano, ma sempre integrandosi nel contesto familiare. Dal punto di vista etico e legale, inoltre, vi sono ancora molte dinamiche da definire, soprattutto per quanto riguarda la privacy. Proprio per la loro capacità di raccogliere informazioni di tipo sanitario (e non solo) sull’anziano, le macchine divengono dei veri collettori di dati personali e sensibili.

Una questione delicata e solo all’apparenza secondaria riguarda infine l’aspetto “fisico” dei robot. «Abbiamo valutato l’accettabilità, il concetto di forma, amichevolezza e i colori per creare un prototipo dal design user friendly, il cui impiego fosse immediato e intuitivo», conferma il ricercatore sottolineando l’importanza dell’estetica, risultata più accettabile se si conferisce alla macchina un aspetto antropomorfo o riconoscibile. E in effetti, anche in altri casi come quello della foca robot giapponese Paro, le sembianze docili e rassicuranti hanno rappresentato una componente fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici nel trattamento di anziani affetti da demenza.

Futuro prossimo
Ma quanto tempo ci vorrà prima che i robot possano davvero supportare e migliorare la vita dell’uomo? Secondo le stime del ricercatore, non molto. «I prototipi costano, ma se si arriva a una produzione di massa e a un utilizzo intenso, il prezzo è destinato presto a scendere», conclude Cavallo. Il prossimo passo sarà dunque accelerare lo sviluppo e la diffusione dei servizi robotici, dimostrando la portata del cambiamento e il miglioramento della qualità della vita dell’uomo a cui si può giungere.

 

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