Meno auto, più bici e bus: quanta salute? Il caso di Barcellona
- redazione
«Se da domani a Barcellona si appendessero le chiavi dell’auto al chiodo e si montasse in bici…»; «se la qualità dell’aria in città migliorasse…». Non è il “gioco dei se” di una scolaresca spagnola in gita, né una serie di domande poste di fronte al solito improbabile plastico in tv. È invece la formulazione delle ipotesi di studio secondo un rigoroso modello probabilistico, l’Health Impact Assessment. I ricercatori stavolta hanno giocato su diverse variabili relative al traffico della metropoli catalana - più di 3 milioni di abitanti, considerando l’hinterland - come la durata dello spostamento (breve, pari a circa 3 chilometri; lungo, poco meno di 6 chilometri e mezzo) e il mezzo utilizzato in alternativa all’auto (bici, autobus, tram, metropolitana e treno). L’obiettivo è stimare gli effetti sulla salute di cittadini e utenti dei trasporti (identificati come traveler).
Inquinamento, traffico e sedentarietà
Nel modello sono stati inseriti dati ricavati da statistiche recenti su traffico e tassi di inquinamento locali. Si è inoltre tenuto conto della letteratura scientifica relativa a impatto e ricadute sulla popolazione di questi fattori di rischio. Dall’analisi complessiva dello studio riportata sulla rivista Preventive Medicine, appare chiaro come gli effetti sulla salute risultino dalla combinazione di tre determinanti principali: la sedentarietà, l’inquinamento e gli incidenti stradali. Non per nulla, i primi due sono stati classificati tra i principali fattori di rischio a livello mondiale. E anche nello studio in questione, è proprio l’attività fisica a incidere maggiormente sugli esiti di salute.
Un esempio su tutti. Tra gli otto diversi scenari delineati dallo studio, in quello più favorevole la rinuncia alla macchina da parte del 40% dei traveler per gli spostamenti più lunghi a favore di bici e mezzi pubblici provocherebbe una serie di benefici: si eviterebbero ogni anno 16 incidenti stradali, 127 casi di diabete, 44 di malattie cardiovascolari, 30 di demenza, 11 di cancro della mammella e 3 di tumore del colon. Cifre che corrispondono a un risparmio complessivo di 302 Dalys (Disability Adjusted Life Years), parametro che esprime gli anni di vita persi a causa di morte prematura e disabilità.
Benefici per tutta la comunità
Un altro scenario mostra che un’esposizione più bassa dei barcellonesi alle polveri sottili (in particolare al Pm 2,5 - quello in grado di raggiungere gli alveoli polmonari) determinerebbe, per esempio tra i neonati, 7 casi di basso peso alla nascita e 6 di nascita pretermine. Numeri solo apparentemente piccoli, ma che aggregati e replicati negli anni fanno la differenza per una popolazione metropolitana. Va detto che in qualsiasi scenario le stime evidenziano per i traveler un piccolo aumento delle malattie legate all’esposizione all’inquinamento, però largamente compensato dal beneficio complessivo di salute. A giovare di più di simili modifiche nell’uso dei mezzi di trasporto sarebbe infatti la popolazione generale (rapporto traveler-cittadino 1:3, quanto a riduzione dei casi di malattia): insomma, un gesto virtuoso del singolo viaggiatore per ridurre traffico e inquinamento farebbe bene all’intera comunità.
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