Città che cambiano: realtà a confronto

Opinioni e racconti di chi vive in città all’estero. Con un breve accenno a qualche esempio (virtuoso) nostrano.
17/02/2015
  • Milly Barba
riqualificazione di Copenhagen

Immagine: 

La riqualificazione del quartiere Nørrebro a Copenhagen - credit: https://foolsjournals.wordpress.com/

Ascolta il file audio mp3 con le interviste.

Caotiche e disordinate. Oppure composte, vivibili e a misura d’uomo. Di realtà urbane, si sa, ce ne sono molte. Abbiamo deciso di osservarne alcune più da vicino, per capire cosa offrano dal punto di vista della promozione dell’attività fisica e della salute, attraverso lo sguardo critico e attento di alcuni giovani italiani che da qualche anno si sono trasferiti all’estero. Come Simona Calmi, giornalista scientifico, che insieme alla famiglia vive a Dubai. La città, che appartiene a uno dei sette Stati che compongono gli Emirati Arabi Uniti, vanta circa un milione di abitanti, per l’80% di origine straniera. «Si tratta di una realtà molto diversa da quelle europee», riferisce Simona, delineando una struttura urbana fatta di grandi arterie stradali per inglobare l’ingente traffico automobilistico. «Un posto dove fare a meno di un mezzo a quattro ruote diventa impensabile e andare in bicicletta o a piedi può rivelarsi addirittura pericoloso, proprio a causa dei marciapiedi stretti e dell’assenza di piste ciclabili. Tuttavia non mancano le strutture adeguate e gli spazi dedicati all’attività fisica, creati ad hoc per sopperire ai deficit strutturali della città. Come le “piste”, veri e propri percorsi pensati per correre, fare jogging ma anche per fermarsi. Lungo il tragitto, infatti, sono presenti apposite “stazioni” dotate di attrezzi che consentono agli sportivi di sostare per allenarsi», racconta Simona Calmi.

Ad Hanoi, tra confusione e parchi verdi
Trafficata e caotica anche la vietnamita Hanoi, che nel corso degli ultimi dieci anni ha subito una forte e disordinata espansione, dovuta a un incremento della densità abitativa. Ce ne ha parlato Fabio Zacà, esperto di marketing e consulenza enogastronomica, che da circa un anno vive nella capitale asiatica sorta su una delle due rive del Fiume Rosso. «Ricca di parchi, laghi e viali alberati, Hanoi ha le sembianze della tipica città francese di inizio secolo, con uno stile piacevole, retaggio della dominazione coloniale. La città regala, dunque, i luoghi giusti per fare attività sportiva all’aria aperta ma le strade restano un problema: i mezzi a due ruote (di ogni tipo) sfrecciano senza regola e, col tempo, vengono sostituiti sempre più dalle automobili. I marciapiedi, poi, non consentono di passeggiare in modo semplice: oltre a peccare in termini di larghezza, sono spesso utilizzati per posteggiare moto e scooter. E anche i ciclisti, ad Hanoi, non hanno vita facile. Le strade trafficate e l’assenza di piste ciclabili non consentono di muoversi con serenità: assai spesso la città viene letteralmente ridisegnata, proprio per arginare i problemi legati alla mobilità e alla sicurezza stradale», spiega Fabio.

C’è del bello in Danimarca
Niente a che vedere con Copenhagen. La capitale danese, pianeggiante e verde, è infatti la city of cyclist per eccellenza. Lo conferma Martina Lanotte, fotografa di professione che, trasferitasi dapprima per motivi di studio, ha poi deciso di cambiare definitivamente residenza. «In ogni singola strada c’è una pista ciclabile, l’intera pianta urbana è stata ripensata a misura delle due ruote», racconta Martina, sottolineando come la rete stradale, i marciapiedi e l’incremento della mobilità sostenibile consentano di fare sport all’aria aperta in ciascun angolo della città. Copenhagen è anche la dimostrazione plastica di come il paesaggio urbano possa influire sulla qualità della vita e sulla salute dei cittadini. «Il quartiere Nørrebro, fino a qualche anno fa conosciuto come luogo ostaggio di malavita, violenza e spaccio di droga, oggi è un grande parco suddiviso in tre aree: la Piazza Rossa, ricca di caffè e di luoghi dove praticare sport; il Mercato Nero, piazza con fontane e panchine; e infine, il Parco Verde, posto ideale per passeggiare o fare una piacevole sosta. Il valore aggiunto di questi luoghi? Il melting pot di “complementi d’arredo” che li popolano. Architetti e progettisti hanno chiesto agli abitanti di suggerire elementi che fossero distintivi di ogni etnia residente nel quartiere, affinché tutti potessero sentirsi rappresentati e partecipi della nuova opera», spiega Martina. Un esempio unico, da imitare.

La città riqualificata da chi la vive
Ma i buoni esempi non vengono solo da lontano. Nel 1974, a Milano, l’associazione di volontari Italia Nostra, in seguito a una convenzione stipulata con l’amministrazione comunale, si pone un obiettivo: riqualificare e riprogettare una zona agricola in stato di semiabbandono regalando un volto più green al capoluogo lombardo. «Una sfida più che vinta se si pensa che “Boscoincittà”, è questo oggi il nome del parco, è la prima opera di forestazione urbana compiuta sul territorio italiano. Situato nella zona ovest di Milano, vanta una superficie di oltre 1 milione di mq e al suo interno custodisce 140 orti urbani, percorsi destinati alle attività sportive e acquatiche, itinerari equestri e ciclabili, oltre a numerose attività di tipo educativo pensate per bambini e ragazzi». A parlarne è il giornalista scientifico Luca Carra, impegnato in prima linea nelle opere di riqualificazione del territorio, che peraltro non accennano a fermarsi. “Boscoincittà”, infatti, non è un modello isolato. Altri interventi, come la realizzazione di orti urbani o il recupero e la pulizia di aree inquinate, continuano a essere effettuati anche in comuni limitrofi, come Sesto San Giovanni.

Modelli virtuosi in arrivo anche a Roma, dove è in partenza il progetto “Percorsi tra orti, parchi e giardini”. L’attività prevede, dopo un’iniziale mappatura dei parchi e degli orti presenti sul territorio comunale, la realizzazione di percorsi didattici funzionali a stimolare relazioni sinergiche tra generazioni, popoli e culture, scuole e quartieri. I percorsi verdi sono destinati ai giovani studenti, alle loro famiglie e agli anziani, con l’obiettivo di creare un ponte e un momento di confronto tra generazioni ed etnie diverse.

Ascolta il file audio mp3 con le interviste.

Music credit:

  • Traditional vietnamese folk music, voyagetohell
  • Himmerland -  Traditional Danish tune, bathfolkfestival
  • Ancient Arabic Music - Sultan's Palace, Derek Fiechter.

 

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