Trasporti gratis: città tra deficit e salute
- Romeo Bassoli
Immagine:
La capitale dell’Estonia, Tallin, ha deciso di rendere gratuiti i trasporti pubblici dall’inizio del 2013. Il costo, 2 milioni di euro per le casse comunali, verrà assorbito in parte nelle spese complessive del Comune e in parte calcolando l’arrivo di nuovi cittadini attratti da questa scelta. Cittadini che, pagando a Tallin le tasse, incrementeranno gli ingressi fiscali della città nordica che conta oggi meno di mezzo milione di abitanti.
Meno traffico, meno inquinamento
Le scelte di Tallin sono condivise, in tutto o in parte, da città come Seattle, Portland, Calgary, Sidney, Melbourne, Sheffield, Torrevieja, la provincia dell’Aubagne, Chengdu, Hasselt e molte altre (trovate qui un elenco non definitivo). In Italia ci sono città come Caserta che offrono gratuitamente trasporti pubblici per alcune ore al giorno. Tutte hanno la stessa motivazione: diminuire il traffico di automobili per rendere le città meno inquinate. Fa eccezione la cinese Chengdu: lì si vuole diminuire il traffico in bicicletta, che ha assunto forme incontrollabili (e in effetti ci sono riusciti).
L’idea di fondo è quella di non utilizzare l’automobile per brevi tratti urbani e raggiungere così due obiettivi dichiarati: fluidificare il traffico (permettendo ai mezzi pubblici di essere più veloci, efficienti, puntuali) e diminuire l’inquinamento. A questi si aggiunge un dato di fatto: spingere le persone a camminare di più, a stare più in piedi, a non sedersi in un veicolo privato per piccoli tratti di strada.
Tallin è subito diventata un caso di studio per il “Patto tra sindaci”, un movimento europeo che coinvolge gli amministratori locali che vogliono contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e migliorare l’ambiente nelle loro città e regioni.
Il problema dei costi
Appena salito alla ribalta, però, questo caso presenta già i suoi elementi di crisi. Mentre Tallin decide per la gratuità dei bus, una città campione di questa esperienza (Hasselt, in Belgio) dopo 16 anni sceglie di chiuderla. Motivo: il deficit complessivo delle casse della città e un costo dell’esperimento che si è quadruplicato negli ultimi dieci anni.
Va ancora forte invece l’iniziativa di Aubagne, che coinvolge 12 comuni sotto lo slogan “Liberté, Egalité, Gratuité”. È evidente però, scorrendo la pubblicistica in rete, che il dibattito è soprattutto politico. La prima città a sperimentare i trasporti pubblici gratuiti fu Bologna nel 1973 per quasi tre anni. Poi, come Hasselt, i conti economici fecero chiudere l’iniziativa. Che viene però rilanciata costantemente da movimenti politici e sociali. Il nodo dunque sono i costi. Relativamente facili da calcolare quelli economico-finanziari delle aziende di trasporti (per esempio, a Roma e nel Lazio ammontano a un miliardo e mezzo di euro all’anno), più complessi e opinabili i costi indiretti in termini di salute, miglioramento dell’ambiente e minore manutenzione delle strade. Un dibattito aperto.
Aggiungi un commento