Treviso: un gradino alla volta, contro la sedentarietà
- redazione
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"Muoviti, se puoi usa le scale". È questo il messaggio che l’azienda Ulss 9 di Treviso ha scelto per invitare i propri cittadini a darsi una mossa e adottare uno stile di vita più attivo. Cominciando con un gesto semplice e alla portata di tutti: fare le scale invece di prendere l’ascensore. Il dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria locale ha lanciato un nuovo programma di promozione della salute rivolto a dipendenti, operatori sanitari e aperto ai cittadini (ovviamente, chi non ha disabilità o malattie particolari che lo impediscano). Da qualche giorno, all’interno delle strutture dell’azienda sanitaria una serie di cartelli e manifesti invitano a servirsi delle scale e non dell’ascensore. «L’esempio che possiamo dare noi operatori sanitari è molto importante per tutte le persone che vogliamo informare, per cui speriamo di vedere molti camici bianchi andare su e giù per le scale. Il movimento è un’ottima medicina», sottolinea Gianni Gallo, direttore del dipartimento di Prevenzione. Iniziative analoghe sono in corso anche in altre zone del Paese, come quella avviata all’inizio del 2013 negli uffici pubblici della Regione Emilia-Romagna.
Troppo pigri e sedentari
Ma perché una campagna simile a Treviso? I dati del sistema di sorveglianza Passi, su abitudini e comportamenti della popolazione locale, ci aiutano a delineare meglio il quadro epidemiologico. E i numeri dicono che, tra i residenti nei comuni del territorio della Asl, 220 mila persone riconoscono di praticare poca attività fisica, mentre 55 mila sono completamente sedentarie: una condizione che, oltre ad aumentare il rischio di malattie croniche, peggiora la qualità della vita. In sostanza, significa che ben il 75% dei trevigiani tra 18 e 70 anni non svolge un’attività in linea con le raccomandazioni. La sedentarietà risulta inoltre più diffusa tra le donne, tra le persone con un grado di istruzione più basso, ed è una condizione che tende a crescere con l’aumento del peso, andando così a combinarsi con altri fattori di rischio come appunto il sovrappeso o l’obesità. L’interesse di dottori e professionisti sanitari è in aumento, anche se il margine di miglioramento sembra piuttosto ampio: solo al 41% di coloro che non sono attivi i medici hanno consigliato di fare regolare esercizio fisico. Una percentuale che sale di poco (al 44%) tra i completamente sedentari, ma che mostra una crescita importante nel corso degli ultimi anni.
Più attivi, tutti i giorni
Sappiamo che la lotta alla sedentarietà e la promozione del movimento sono un’efficace misura di prevenzione contro le malattie cardiovascolari, il diabete e molti tumori come quello del colon e della mammella. Inoltre, l’attività fisica riduce i casi di Alzheimer, depressione e osteoporosi. Bisogna quindi far sapere alle persone quanto sia importante mettersi in movimento, anche solo un po’. «La sedentarietà e l’inattività fisica sono il principale fattore di rischio per la nostra salute, anche peggio del fumo. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, per colpa dello scarso esercizio fisico oggi un bambino corre il rischio, per la prima volta, di avere una speranza di vita inferiore a quella dei suoi genitori. Ecco quindi il motivo della nostra campagna: ridurre l’inattività, sottolineare l’importanza del movimento per la salute sia come prevenzione che come cura, indicare le piccole scelte che rendono più attiva la vita di tutti i giorni», conclude Gallo.
Ecco l’intervista a Gianni Gallo, direttore del dipartimento di Prevenzione della azienda Ulss 9 di Treviso (servizio di Marta Marangon, riprese di Nicola Marcato, montaggio di Paolo Carrer).
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