“Oltre la burocrazia”, ricordando Giorgio Ferigo
- redazione
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«Molti dei certificati sanitari richiesti ai cittadini non hanno alcun significato sanitario. Spesso non certificano nulla di certificabile e costringono il medico che li rilascia a illazioni, previsioni, predizioni e a un esercizio della prognostica che si rivela molto prossimo alla divinazione. La possibilità che un certificato si approssimi alla realtà è remota; la sua efficacia è generalmente nulla; il suo scopo è la trasformazione del facile nel difficile tramite l'inutile». È con queste parole che Giorgio Ferigo, medico del lavoro e igienista di sanità pubblica friulano scomparso nel 2007, commentava l’inutilità di alcune prassi amministrative nel suo Il certificato come sevizia. L’igiene pubblica tra irrazionalità e irrilevanza (2001). Un libro che svela non solo l’inutilità di certificati, autorizzazioni e pareri, ma anche la pretesa dello Stato di provvedere - per imposizione e passando per i gangli più intricati della burocrazia - alla condotta dei cittadini. Cittadini che diventano così veri e propri sudditi, quasi fossero ancora sottoposti ai dettami della “polizia medica” di settecentesca memoria.
Si tratta quindi di un tema sensibile e controverso, che coinvolge anche l’attività fisica e lo sport, e al quale azioni quotidiane aveva dedicato uno specifico dossier lo scorso autunno.
Udine, 10-12 maggio
Partendo dalla lucida e caustica analisi di Ferigo, e dal lavoro di semplificazione legislativa portato avanti proprio grazie alla sua iniziativa professionale, l’associazione culturale “Giorgio Ferigo” insieme alla redazione di Multiverso (rivista interdisciplinare dell’Università di Udine) e all’associazione “vicino/lontano”, propone alcuni incontri di approfondimento per cercare di capire le cause della deriva burocratica che ha investito il nostro Paese. E, nello stesso tempo, mettere a fuoco quelle buone pratiche che potrebbero portare a un’amministrazione pubblica più snella, efficace e responsabile.
Un viaggio nell’assurdo, che prevede anche un duetto semiserio tra il giornalista Gian Antonio Stella e il comico Paolo Rossi. Per arrabbiarsi, ridere, riflettere e provare a cambiare insieme. Appuntamento quindi a Udine, sabato 10 e lunedì 12 maggio.
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