“Oltre la burocrazia”, ricordando Giorgio Ferigo

Il tema dell’impasse burocratica fa ormai parte della cronaca quotidiana. Ma nulla sembra mai cambiare. Dalle riflessioni di Giorgio Ferigo sulla certificazione sanitaria, due giornate di incontri per ripensare il rapporto tra Stato e cittadini.
04/05/2014
  • redazione
Giorgio Ferigo

Immagine: 

Il medico del lavoro e igienista di sanità pubblica Giorgio Ferigo (foto: Danilo De Marco)

«Molti dei certificati sanitari richiesti ai cittadini non hanno alcun significato sanitario. Spesso non certificano nulla di certificabile e costringono il medico che li rilascia a illazioni, previsioni, predizioni e a un esercizio della prognostica che si rivela molto prossimo alla divinazione. La possibilità che un certificato si approssimi alla realtà è remota; la sua efficacia è generalmente nulla; il suo scopo è la trasformazione del facile nel difficile tramite l'inutile». È con queste parole che Giorgio Ferigo, medico del lavoro e igienista di sanità pubblica friulano scomparso nel 2007, commentava l’inutilità di alcune prassi amministrative nel suo Il certificato come sevizia. L’igiene pubblica tra irrazionalità e irrilevanza (2001). Un libro che svela non solo l’inutilità di certificati, autorizzazioni e pareri, ma anche la pretesa dello Stato di provvedere - per imposizione e passando per i gangli più intricati della burocrazia - alla condotta dei cittadini. Cittadini che diventano così veri e propri sudditi, quasi fossero ancora sottoposti ai dettami della “polizia medica” di settecentesca memoria.

Si tratta quindi di un tema sensibile e controverso, che coinvolge anche l’attività fisica e lo sport, e al quale azioni quotidiane aveva dedicato uno specifico dossier lo scorso autunno.

Udine, 10-12 maggio
Partendo dalla lucida e caustica analisi di Ferigo, e dal lavoro di semplificazione legislativa portato avanti proprio grazie alla sua iniziativa professionale, l’associazione culturale “Giorgio Ferigo” insieme alla redazione di Multiverso (rivista interdisciplinare dell’Università di Udine) e all’associazione “vicino/lontano”, propone alcuni incontri di approfondimento per cercare di capire le cause della deriva burocratica che ha investito il nostro Paese. E, nello stesso tempo, mettere a fuoco quelle buone pratiche che potrebbero portare a un’amministrazione pubblica più snella, efficace e responsabile.

Un viaggio nell’assurdo, che prevede anche un duetto semiserio tra il giornalista Gian Antonio Stella e il comico Paolo Rossi. Per arrabbiarsi, ridere, riflettere e provare a cambiare insieme. Appuntamento quindi a Udine, sabato 10 e lunedì 12 maggio.

 

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