Trentino: dal turismo, prove pratiche di intersettorialità
- Stefano Menna
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Una vacanza attiva, all’insegna del moto, a contatto con la natura e sposando una mobilità alternativa. È quanto propone la Val di Fiemme in Trentino, che dallo scorso anno ha messo a punto un sistema virtuoso dove tutti gli sforzi (umani, economici e infrastrutturali) sono finalizzati a raggiungere lo stesso traguardo: migliorare lo stile e la qualità della vita di turisti e residenti. Senza dimenticare, ovviamente, l’impatto e il ritorno dell’investimento sull’economia locale: come a dire, coniugare la qualità dei servizi a costi accessibili è possibile. Questa non è comunque l’unica esperienza del genere: la Val Gardena in Alto Adige offre simili opportunità, così come altre località del Trentino e della Liguria; oppure, per scendere più a sud, la Puglia, che a Manfredonia lo scorso 14 giugno ha ospitato gli “Stati generali del turismo attivo”.
Vacanze slow, all’insegna della natura
A raccontare l’iniziativa della Val di Fiemme è Bruno Felicetti, direttore dell’azienda per il turismo locale: «Siamo partiti da un assunto molto semplice, quasi banale: il “prodotto” che vendiamo, il nostro territorio, deve essere tutelato e salvaguardato nelle sue caratteristiche peculiari se vogliamo che venga apprezzato dai nostri cittadini e dai turisti che lo vengono a visitare. E per farlo abbiamo bisogno della collaborazione di tutti: dagli amministratori locali e dagli operatori turistici fino al più piccolo degli esercenti». È così che nel 2012 ha preso il via “FiemmE-motion - turisti senz'auto: la vacanza in montagna ecologica e sostenibile”, con l’obiettivo di promuovere l’offerta vacanziera facendo leva sui valori cardine del territorio: natura, ambiente e salute.
“E-motion” come le “emozioni” che l’iniziativa vuole regalare: senz’auto e con un servizio pubblico efficiente, per sfruttare al meglio le opportunità della montagna. Ma “E-motion” sta anche per “movimento”: turismo da queste parti significa infatti vacanza attiva, segnata da passeggiate a piedi o escursioni in bicicletta. «Ridurre la presenza dei motori in valle, disincentivare l’uso di mezzi privati ed eliminare i comportamenti impattanti sull’ambiente: tutto questo ci consente di favorire un’attività nella natura sana, sostenibile ed ecologica», sottolinea Felicetti.
La green mobility card
Ma vediamo come funziona concretamente l’iniziativa. Turisti e residenti accedono alla gamma di servizi di FiemmE-motion attraverso l’acquisto della “green mobility card”: al costo di 15 euro a settimana, la carta permette l’uso illimitato degli autobus di linea in tutta la Provincia, delle navette e dei trenini. Consente di ricaricare gratis bici e auto elettriche alle apposite colonnine allestite in diverse località. E abilita una serie di sconti per il noleggio delle bici, l’uso di cabinovie e impianti di risalita, i bus-navetta in quota per escursionisti e ciclisti, passeggiate e visite guidate a musei, botteghe e produttori enogastronomici. Per i residenti, nei confronti dei quali la logica di una carta settimanale sarebbe riduttiva, è comunque disponibile una card stagionale: è un po’ più costosa (38 euro, ricaricabili) e copre solo parzialmente il costo dei trasporti pubblici.
Il razionale dell’iniziativa
La logica che muove questo progetto è fare rete con i Comuni della valle: un terzo dei ricavi vengono infatti reinvestiti in servizi utili a migliorare e potenziare l’offerta stessa. «D’accordo con i sindaci, reinvestiamo il 20% delle entrate in servizi al cittadino. C’è poi un ulteriore 10-15% che dedichiamo alla mobilità di rinforzo per i servizi di linea». Prima di tutto la mobilità, quindi. Ma non solo, visto che da quest’anno la card dà diritto anche ad agevolazioni e sconti in altri settori: dalla ristorazione al wellness, dalle piscine al rafting. «Stiamo progressivamente allargando l’offerta. I primi partner “naturali” sono stati i Comuni e gli albergatori. Ma ora, nella prospettiva di coinvolgere il turista e il cittadino in comportamenti virtuosi, vogliamo estendere la convenzione ad artigiani e commercianti, anche per favorire un indotto positivo sull’economia locale. Senza dimenticare la vocazione internazionale dell’offerta, perché i clienti stranieri (in particolare scandinavi, tedeschi, cechi e polacchi) sono molto più sensibili degli italiani all’idea di una vacanza attiva e del turismo ambientale», ribadisce Felicetti.
L’impatto sulla salute
E per quanto riguarda la salute? Un’impostazione così attenta alla promozione di una mobilità alternativa e di un turismo attivo non può non avere ricadute sulla salute e sugli stili di vita di turisti e residenti. Anche se questo elemento non è stato considerato sin dall’inizio della pianificazione dell’iniziativa. «Diciamo che l’impatto sulla salute è una sorta di risultato indiretto, ma comunque positivo. Cerchiamo di mettere il nostro ospite nelle condizioni di praticare in vacanza un’attività fisica regolare, non adrenalinica, e sempre in contesti soft e piacevoli: parliamo quindi di escursioni, camminate, nordic walking o pedalate leggere. Sappiamo come questo tipo di esercizio possa portare dei vantaggi, considerando anche l’età media abbastanza alta dei nostri clienti…», sottolinea con un pizzico di ironia Felicetti. C’è poi una forte attenzione nei confronti dei disabili: la Val di Fiemme offre guide, personale qualificato, percorsi e attrezzature ad hoc per accompagnare il turista disabile che vuole vivere il territorio, provando le stesse emozioni di tutti gli altri. Coerentemente con questa visione e a costi piuttosto limitati, gli amministratori di recente hanno “sbarrierato” alcuni percorsi e riprogettato molti spazi in una ottica di maggiore accessibilità.
«Quello che manca, ma non solo in Trentino», aggiunge Pirous Fateh-Moghadam dell’Osservatorio per la salute della Provincia di Trento, «è un quadro strategico generale di “salute in tutte le politiche” nel quale inserire tutte le iniziative significative di promozione della salute portate avanti da ambiti e competenze come ambiente, turismo, scuola, attività produttive, trasporti o agricoltura. Sempre più spesso, infatti, questi settori inseriscono la promozione della salute tra i loro obiettivi. Per la sanità, invece, pare sia ancora piuttosto difficile staccarsi da un modello che identifica la salute con i servizi sanitari in senso stretto. È proprio per cambiare questa impostazione che abbiamo pubblicato un “profilo di salute” centrato sui determinanti di salute; inoltre stiamo lavorando a un nuovo piano della prevenzione che preveda maggior coinvolgimento e partecipazione dei diversi settori extra-sanitari».
Il traffico e l’ambiente
È complesso anche il discorso sull’impatto del traffico a motore veicolare, del rumore e dell’inquinamento. «Pensare di eliminare tutte le auto dalla valle è un’utopia: peraltro, con le risorse oggi a disposizione, i mezzi pubblici non sarebbero mai sufficienti a rispondere alla domanda turistica, se non al prezzo di triplicare il servizio rendendolo economicamente insostenibile per le casse dei Comuni valligiani. Si tratta quindi di avviare un percorso graduale di promozione della mobilità alternativa, anche con iniziative come questa della card. Nei periodi di punta, soprattutto ad agosto, purtroppo si verificano ancora intasamenti e picchi di traffico in valle. Sugli altri mesi estivi, come giugno e settembre, abbiamo invece potuto apprezzare una riduzione del traffico dei veicoli a motore». Su questo, però, mancano dati oggettivi e una valutazione “scientifica” che vada oltre la semplice percezione da parte di residenti e amministratori locali.
La valutazione economica
Dopo una sperimentazione di tre anni in alcuni Comuni pilota, lo scorso anno la Val di Fiemme ha deciso di mettere a regime l’iniziativa. Con un ottimo riscontro da parte dei fornitori dei servizi, confortati dal fatto che nel 2012 sono state distribuite e vendute circa 40 mila card. È ancora un po’ presto, però, per valutare il ritorno dell’investimento e l’indotto generato sul territorio. Di certo c’è il budget iniziale: 200 mila euro, la metà dei quali destinata a servizi di mobilità pubblica, come autobus di linea e rinforzi necessari per il periodo estivo. Della restante metà, il 20% sta sul capitolo dei servizi attivati con i Comuni (bike sharing, navette comunali, escursioni con guide alpine, visite al Parco naturale ecc), mentre il 30% copre i costi di coordinamento, promozione e comunicazione. Sul fronte delle entrate, invece, la metà delle risorse proviene dalle strutture ricettive che aderiscono all’iniziativa, il 20% dalla comunità territoriale della Val di Fiemme, il 13% da altri operatori (commercio, rifugi, artigiani e piccola industria), il 7% dagli impianti a fune, il 6% dai Comuni per compartecipazione su servizi specifici e il 4% dalla vendita diretta delle card.
La card invece della tassa di soggiorno
Insomma, è in campo una vera e propria rete di portatori di interessi diversi, ma che convergono sul comune obiettivo di esaltare la vocazione naturale del territorio trentino a un turismo attivo e una mobilità più sostenibile. La tenuta del progetto FiemmE-motion, del resto, non dipende dai contributi provinciali, che servono solo a potenziare alcuni servizi e a coprire i costi di coordinamento: anche se questi dovessero venire a mancare, il sistema è pensato per rimanere in piedi lo stesso.
Eppure gli amministratori e gli operatori turistici vorrebbero emancipare ulteriormente la propria offerta. Lo rimarca in modo chiaro lo stesso Felicetti: «noi vorremmo che la card sostituisse la tassa di soggiorno: sarebbe un “obbligo” più tollerabile e accettabile, oltre che utile come servizio al turista. Il cliente sarebbe disposto più a pagare un surplus come questo, che garantisce una serie di sconti e agevolazioni, piuttosto che una nuova tassa. È del resto quello che già succede in molte realtà estere con le cosiddette guest card: credo che siamo abbastanza maturi per adeguarci anche noi». Crisi e problemi di bilancio permettendo.
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