Europa-Italia: strategie diverse, obiettivi comuni
- Milly Barba, Margherita Martini
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Una signora indaffarata a potare le piantine aromatiche nell’orto di quartiere, un turista che si ferma a leggere la guida scendendo dalla bicicletta affittata nel bike sharing cittadino, un ragazzo che lascia la macchina nell’ultimo parcheggio di scambio al margine dell’area pedonale del centro. Siamo a Strasburgo. Camminando tra la città antica e i quartieri moderni della nuova Europa comunitaria, appare evidente l’esempio virtuoso di questa città che da diversi anni, ormai, prova a indirizzare la viabilità urbana verso la cosiddetta mobilità attiva e il trasporto intermodale.
Le azioni di Strasburgo
Sono numerose le azioni che il Comune di Strasburgo ha intrapreso in questo senso. L’iniziativa “Sport-santé sur ordonnance à Strasbourg”, per esempio, incoraggia i medici a prescrivere, nei casi appropriati, ore gratuite di bicicletta come “medicina” per i pazienti. La ricetta permette infatti l’affitto di una delle bici di Vel’hop, il servizio di bike sharing locale: il senso dell’iniziativa è far passare il messaggio che pedalare fa bene alla salute e far sì che il servizio sanitario nazionale possa rimborsare le spese sostenute per il noleggio.
L’amministrazione locale ha poi varato un piano pedonale per incoraggiare gli spostamenti attivi attraverso una rete viaria “amica” ai pedoni. I lavori sono cominciati nell’estate del 2013 per creare un itinerario test, detto “Magistrale piétonne”, pensato per collegare la stazione alla cattedrale, nel centro della città, e alla piazza del Mercato nel quartiere Neudorf. Spazi e arredi urbani sono riorganizzati a misura di pedone: marciapiedi allargati, riduzione delle carreggiate dedicate alle auto, più illuminazione, piantumazione di nuovi alberi. L’obiettivo: collegare, entro il 2020, tutti i quartieri attraverso percorsi pedonali e rendere così più facile camminare a piedi. Il Comune investe risorse nello sviluppo di un’urbanistica centrata sulla mobilità alternativa all’automobile (come per esempio nel progetto “Deux Rives”, avviato a gennaio 2014), riqualificando anche aree periferiche e convertendo la viabilità tradizionale in soluzioni accattivanti ma allo stesso tempo funzionali per chi vuole vivere la città camminando, andando in bici e usando i mezzi pubblici.
Riguardo le zone 30, invece, il discorso è un po’ più complicato. Gli strasburghesi non sembrano ancora pronti ad accogliere le proposte politiche volte a trasformare l’intera comunità in una “città 30”. Nel 2011, un sondaggio postale effettuato per capire se gli abitanti fossero favorevoli a estendere le già presenti zone 30 fino a coprire il 70% del territorio cittadino ha dato esito negativo (il 55% degli intervistati si è dichiarato contrario). Dunque, a Strasburgo le zone a traffico lento restano limitate ad aree circoscritte e limitrofe al centro storico, dove già molte strade sono chiuse alle macchine, anche a quelle dei residenti.
Perugia, città sostenibile
La dimensione europea di Strasburgo consente un confronto più ricco con realtà culturali differenti, amministrazioni e welfare diversi ma con obiettivi di fondo sovrapponibili (rispetto dell’ambiente, ritorno economico, qualità della vita, salute ecc). E questo confronto diventa più interessante quando si ha di fronte una città storicamente e strutturalmente differente, come per esempio Perugia. Il capoluogo umbro merita una menzione speciale tra le città italiane più virtuose in fatto di mobilità sostenibile. Da più di trent’anni, infatti, promuove interventi mirati alla riduzione del traffico urbano e al miglioramento della qualità dell'aria. Nel tempo, la cittadina si è distinta per l’istituzione di sistemi di mobilità alternativa, integrati al trasporto pubblico tradizionale.
L’impresa di maggiore portata, anche in termini di costi, è il Minimetrò. Il moderno sistema di trasporto, una sorta di “metropolitana leggera”, nasce nel 2008 con l’obiettivo di abbattere gli spostamenti su gomma e le conseguenti emissioni nocive. Costituito da 25 agili vetture, ognuna dotata di 50 posti, il Minimetrò collega due punti principali di Perugia: la zona Pincetto (nel cuore del centro storico) a Pian di Massiano, sostando in più tappe intermedie e viaggiando su binari sopraelevati attraverso la città. I veicoli non hanno un motore proprio: possiedono ruote gommate che scorrono su due rotaie, ma il moto è trasmesso da una fune d’acciaio conformata ad anello e mossa da un motore elettrico. I vagoni transitano in successione con una frequenza rapida, inferiore al minuto. L’innovativo mezzo di trasporto si è rivelato molto utile, soprattutto in occasione dei grandi eventi annuali perugini, come Eurochocolate, Umbriajazz e il Festival internazionale del giornalismo. Consente, infatti, di lasciare la propria vettura nel grande parcheggio di scambio al capolinea (Pian di Massiano) e raggiungere il centro storico a piedi, evitando traffico e smog.
Le scale mobili
Tuttavia, a fare la vera differenza in fatto di mobilità, sono gli interventi di tipo infrastrutturale che hanno riqualificato Perugia, agevolando l’istituzione di zone a traffico limitato. Si tratta, nello specifico, della creazione di scale mobili, nate negli anni ’80 per collegare la parte alta della città con il continuo urbano, posto al di fuori delle storiche mura. La prima delle due scale collega la centrale piazza Italia a piazza Partigiani, fendendo la Rocca Paolina, antica fortezza papale celebrata dal Carducci ne “Il canto dell’amore”. La costruzione di un percorso meccanizzato all’interno della struttura ne ha consentito il recupero: oggi la Rocca non è solo un punto di passaggio ma un vero luogo di accoglienza, dove sostare per visitare mostre e mercatini. Il secondo tratto di scale mobili congiunge piazza Partigiani a via dei Priori, stradina medievale che si immette sul corso principale della città.
L’introduzione dei percorsi meccanici ha consentito una vera svolta. La conformazione collinare di Perugia, infatti, con le sue strade in forte pendenza, i vicoli stretti e le ripide scalinate, non favorisce di per sé gli spostamenti pedonali. Il sistema di trasporto meccanico ha così apportato un miglioramento in termini di accessibilità: oggi, muoversi a piedi a Perugia è più semplice. Inoltre, questa facilitazione ha permesso di limitare il traffico dei veicoli nel centro storico, con la creazione di una grande ztl. Tra le iniziative promosse, infine, occorre ricordare anche i due ascensori pubblici che collegano la galleria Kennedy al mercato coperto (zona Pincetto), e il parcheggio dello stesso mercato alla suggestiva piazza Matteotti. L’insieme sinergico di queste iniziative ha contribuito a rendere Perugia una città più sostenibile e accessibile.
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