I parchi in città, una risorsa per la salute
- Giulia Annovi
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32 metri quadrati. È questa, secondo l’ultima rilevazione Istat, la superficie di verde urbano che in media ogni abitante ha a disposizione nel nostro Paese. Uno spazio vitale, soprattutto d’estate, quando si possono sfruttare parchi e giardini cittadini per fare movimento e mantenersi in forma all’aria aperta. Scorrendo i dati riportati nel documento (“Qualità dell'ambiente urbano”), nei capoluoghi di provincia il verde costituisce il 2,7% della superficie comunale, poco più di quanto misurato nella precedente rilevazione: gli spazi pubblici alberati occupano infatti 577 milioni di mq (+0,7% rispetto al 2011). Non mancano le eccellenze in città come Bergamo, Rimini, Chieti, Andria e Lecce che sono riuscite ad aumentare in modo più significativo il verde a disposizione. Vercelli, Rovigo, Piacenza, Forlì e Fermo sono le province che più hanno investito sulle aree dedicate allo sport. In media, i parchi classificati come “verde attrezzato” corrispondono al 15% dell’intera superficie coperta da vegetazione.
Non sappiamo se tutte queste aree rispecchino i suggerimenti del manuale delle opere di urbanizzazione, desunto da studi del Coni. Secondo il documento superfici a prato, spazi pavimentati e giostre varie sono indispensabili. Mentre l’area rimanente deve prevedere attrezzi adatti a ciascuna classe di età dell'utenza: altalene, specchi d’acqua e pattinaggio, per gioco e sport da 0 a 11 anni; palestra coperta, pista da corsa, campo sportivo di dimensioni minime per palla a volo e basket, nelle zone per gioco e sport dagli 11 ai 14 anni. In aree dedicate allo sport, a questi servizi minimi si possono aggiungere il campo di atletica leggera, campi da tennis e una piscina coperta. Ma secondo Daniela Rossi, responsabile delle politiche per gli stili di vita e la salute della Uisp, «la possibilità di fare sport non si misura in numeri di impianti a disposizione o superfici attrezzate. I parchi sono palestre all'aria aperta e l'impiantistica potrebbe anche ingessare le potenzialità delle aree verdi».
L'importanza del verde in città
L'Organizzazione mondiale della sanità sottolinea quanto sia importante inserire una pianificazione degli spazi pubblici che favorisca l'attività fisica all'interno delle politiche urbane. Eppure in Italia solo 50 Comuni su 116 hanno approvato un regolamento per il verde pubblico. Una parte l'ha fatta la Uisp, in collaborazione con Save The Children, che con l'iniziativa “Pronti, partenza, via” ha recuperato spazi da riqualificare in 10 città italiane.
L'importanza dell'attività fisica all'aria aperta è ribadita dalla ricerca scientifica. Uno studio, pubblicato nel 2009 sul Journal of Epidemiology and Community Health, ha correlato l'incidenza di un gruppo di malattie con la lontananza da aree verdi. La riduzione di problemi cardiaci, pressione sanguigna, colesterolo, cancro al colon e osteoporosi sono solo alcuni dei vantaggi evidenziati dal fatto che ci sia un parco a un raggio di distanza di 1 km dalla propria abitazione. Viceversa, nei centri urbani con poco verde cresce di ben il 33% il rischio di insorgenza di diabete e asma.
Un gruppo di ricercatori coordinati dal Cnr si è invece concentrato sull'infanzia, analizzando il livello di accumulo di grassi in relazione all'attività fisica e al grado di urbanizzazione. Lo studio, pubblicato su Public Health nel 2013, sottolinea come per i bambini sia importante sia la regolarità dell'esercizio sia il tempo impiegato. «È per questo che fino ai 10 anni la dimensione del divertimento va privilegiata rispetto a quella della competizione. È quindi importante aumentare gli spazi di verde pubblico attrezzato», si legge nelle conclusioni.
Sport e socializzazione
Ma l'attività nel parco non deve essere una sorta di prescrizione medica. Come ha sottolineato la European Environment Agency, i cittadini che hanno a disposizione spazi verdi non solo sono più attivi fisicamente, ma sono anche meno stressati e hanno una maggiore integrazione dal punto di vista sociale. Nel caso dei bambini, il verde migliora il comportamento e l'attenzione. «Le motivazioni per fare movimento all'aria aperta non possono partire solo dal dovere di migliorare il proprio stato di salute. Deve piuttosto diffondersi la cultura del movimento come piacere, riappropriazione di benessere, armonia e conoscenza del proprio corpo. Lo sport può essere anche un momento per fruire delle bellezze naturali dei parchi e un'occasione di socializzazione», conferma Daniela Rossi.
Nei parchi si accendono i riflettori sullo sport
In alcuni casi, la sensibilizzazione sui benefici della pratica sportiva all’aria aperta ha dato buoni frutti. C'è chi organizza camminate di gruppo praticando nordic walking, come al parco Tarello di Brescia. Si programmano giornate per avvicinare i bambini al rugby, ci si dedica al Taichi, e c'è chi - come a Torino - propone giochi e nuove discipline da praticare nei parchi. A Roma invece i parchi si aprono a sport di squadra (calcio, volley, basket) o diventano palestre all'aperto (con yoga, ginnastica ritmica e judo) sia in primavera che in estate.
Per il 2020, comunque, è attesa una rivoluzione verde per le nostre città. L'Europa ha infatti proposto il settimo Environmental Action Programme, con 9 obiettivi prioritari da raggiungere: tra questi c'è la volontà di preservare il “capitale naturale”, tramite la conoscenza, investimenti e integrazione del tema ambiente all'interno di altre politiche e settori. Ma per fare un po’ di sport non dobbiamo aspettare: apprezzare e sfruttare quello che già possediamo è un modo per valorizzarlo. E un buon auspicio per i suoi sviluppi futuri.
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